È bastata una domenica di sole per rendersi conto che i milanesi non hanno certo bisogno dei blocchi per andare a piedi o a spasso. A passeggiare o a pedalare ci vengono lo stesso, senza che ci sia un'ordinanza ad obbligarli. E qui sta il punto. Il Comune ha già spiegato che «Le domeniche a spasso» non servono a ridurre l'inquinamento ma ad educare i cittadini che si devono riprendere la loro città.
Ma dopo le polemiche delle settimane scorse viene il sospetto che non siano così tanto utili neppure dal punto di vista per così dire «didattico». D'altronde, vadano le cinguettanti «sciure» che scorrazzano tra Brera e dintorni con le loro politicamente correttissime bici olandesi a spiegare a chi lavora tutta la settimana e vive a quarto Oggiaro o alla Bovisa che la festa va santificata pedalando. Vadano i pasdaran ambientalisti a farsi un giro nelle periferie di Niguarda o di Bisceglie durante un domenica di blocco a vedere che fermento c'è e come si divertono gli anziani. Altro che vivere e riconquistare la città.
Ma non finisce qui. Oltre che a mortificare periferie già abbastanza provate, le domeniche a spasso costano. Un calcolo approssimativo parla di 250mila euro a «botta» tra straordinari ai ghisa, biglietto unico dell'Atm e altre voci iscritte tra le varie. Duecentocinquantamila euro che moltiplicati per le otto giornate già fissate dalla giunta fanno una discreta sommetta che si potrebbe risparmiare soprattutto pensando ad un buco di bilancio di 430 milioni che porterà verosimilmente il neo assessore Francesca Balzani a decretare un aumento delle tariffe dei trasporti e un taglio degli abbonamenti gratuiti agli over 65.
Quindi un taglio sarebbe auspicabile e infatti pare proprio che in Comune ci si stia pensando. Certo, non è che risparmiando sulle domeniche a spasso si risolverebbero tutti i problemi, però un po' aiuterebbe e sarebbe anche un segnale di buona amministrazione nei confronti di chi tira la cinghia. Per dire: se con questi chiari di luna si devono fare delle spese meglio spendere per risolvere qualche problema più serio. Comunque bisogna ammettere che l'idea di limitare l'uso delle auto di domenica in città non è del tutto strampalata, soprattutto quando coincide con grandi eventi sportivi.
Molte capitali europee (e non solo) lo fanno ma senza imporlo a tutta la città e ai comuni limitrofi come accade da noi: generalmente si chiudono i centri storici. E così potrebbe (dovrebbe) fare anche Milano limitando magari la domenica a piedi alla zona dell'Area C e lasciando la libertà di transito ai soli residenti. Così chi vuole pedala, chi preferisce pattina e chi ama passeggiare passeggia saltellando qua e là tra una mostra, una festa di via e un museo aperto e gratuito. Perché poi, a guardar bene, tutte le molte iniziative che Palazzo Marino organizza durante le giornate di blocco si svolgono in centro o comunque all'interno della Cerchia. E allora perché bloccare tutto e tutti?
Ultima nota.
La domenica a piedi limitata all'Area C sarebbe molto vantaggiosa anche dal punto di vista economico. Meno vigili in strada (il 7 aprile erano 350) e niente straordinari. Per beccare i furbi basterebbe lasciare accese le telecamere. Semplice, no?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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