Torna in dieci luoghi il Festival Danae con le star e i nuovi talenti della danza

È partita all'Out Off la 19sima edizione con compagnie italiane e straniere

Marta Calcagno Baldini

Un anno importante per il Teatro delle Moire, il gruppo nato a Milano nel 1997 e fondato da Alessandra De Santis e Attilio Nicoli Cristiani «con il preciso scopo di usare il palcoscenico per indagare nuove forme di linguaggio, reazione e di rappresentazione»: compie infatti 20 anni il gruppo che ha costruito la sua vita artistica su spettacoli che non si possono ascrivere ad alcuna categoria specifica se non quella della ricerca, di per sé spesso effimera. Un difficile obbiettivo, che, eppure, nel 2008 è stato facilitato nel suo raggiungimento grazie all'apertura del Lachesi Lab in via Porpora 43/47, ovvero la sede in cui realizzare attività di formazione, residenze artistiche e prove aperte al pubblico con una piccola rosa di artisti a cui il Teatro delle Moire sceglie di volta in volta di fornire quest'occasione. Oltre al Laboratorio, una delle prime invenzioni del gruppo è stata il Danae Festival, che, diventato maggiorenne nel 2016, quest'anno festeggia i 19 anni e parte al Teatro Out Off dopo un'anteprima tra il 14 e il 15 settembre al Teatro dell'Arte. Quella di non avere un teatro stabile per fare spettacoli, ma di girare in vari palchi milanesi sembra quasi una scelta artistica del Teatro delle Moire per avere maggiore libertà e meno vincoli, tanto che questa XIX edizione del Festival di teatro performativo e di ricerca prevede, fino al 12 novembre, la messinscena di 19 spettacoli da altrettante compagnie di cui 6 straniere in ben 9 diversi luoghi della città (oltre alll'Out Off e il Lachesi Lab, il Didstudio di via Procaccini 4, Zona K in via Spalato 11, Teatrolacucina in via Ippocrate 45, Careof in via Procaccini 4, O' in via Pastrengo 12, Piazza Sempione, il Parco Nord Milano e la Triennale in viale Alemagna 6). Si potranno vedere nei prossimi giorni 26 repliche, di cui 5 prime nazionali, oltre a 4 co-produzioni; 3 workshop, 2 lectio magistralis e 4 residenze artistiche tutte frutto del lavoro di una nuova generazione di coreografi indipendenti che si sono affermati nel panorama internazionale per la radicalità della loro azione performativa, per la coerenza stilistica e per un'attitudine rigorosa nei confronti del dispositivo teatrale e dello spazio scenico e pubblico dicono la De Santis e Nicoli, anche direttori artistici del Festival. Si parte questa sera e domani all'Out Off con Marco Berrettini, campione nazionale di disco-dance in Germania all'età di 15 anni e poi danzatore professionista (dopo la London School of Contemporary Dance e alla Folkwangschulen di Essen con Pina Bausche altre) che porta in via Mac Mahon 16 la sua ultima creazione, iFeel4, in prima nazionale. Il performer-coreografo svizzero, al centro della scena e con il pubblico attorno direttamente sul palco, invita ad un'esperienza ascetica del movimento con un costante e ipnotico movimento del bacino con ritmi funky.

Fino a che punto siamo schiavi delle influenze esterne?

Berrettini è anche un risultato della nuova collaborazione del Festival con DiDstudio diretto da Ariella Vidach e Claudio Prati, che ha dato vita a Swiss Contemporary Dance Factory, un focus dedicato alla danza svizzera.

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