Traffico di passaporti e libretti di guida: presi i maghi del falso

Grazie ai nuovi strumenti in dotazione agli equipaggi, i carabinieri di Porta Magenta sono riusciti a bloccare nelle ultime settimane un'ottantina di immigrati, per la maggior parte clandestini, con documenti falsi. Una ventina, sorpresi con carte d'identità e passaporti «tarocchi», dunque validi per l'espatrio, sono finiti direttamente in galera. Gli altri se la sono cavata con la denuncia, avendo solo alterato patenti, talloncini assicurativi e tassa di circolazione. In questi ultimi casi sono anche scattate i sequestri dei veicoli, sei dei quali già oggetto di confisca definitiva.
Gli investigatori della compagnia hanno infatti deciso di impegnare parte delle proprie risorse alla «caccia» ai documenti falsi. Una «piaga» forse sottostimata che consente di muoversi agevolmente nel nostro Paese a molti clandestini ma soprattutto a molti malviventi, ricercati a livello internazionale. Senza contare che falsi sono anche i documenti di guida, ma soprattutto i talloncini assicurativi. Questo significa per il malcapitato di vedere sfumata ogni possibilità di risarcimento in caso di incidente. La «Porta Magenta», responsabile di tutta l'area occidentale della città, ha perciò deciso di dare un giro di vite intensificando i controlli in quattro i punti nevralgici del suo territorio: porta Genova, Piazza Napoli, piazzale Lotto e la Gallaratese. Porta Genova in particolare è una sorta di piccolo suk mediorientale dove confluiscono nel corso della giornata «orde» di venditori abusivi di giorno, grazie al movimento creato dalla stazione ferroviaria e dalla metropolitana. La notte invece la zona si trasforma in una delle principali centrali di spaccio, visto il flusso di giovani diretti ai Navigli, uno dei centri della movida milanese. Mentre di piazza Napoli e Lotto, sono tradizionali luoghi di incontro per stranieri. Infine la Gallaratese, da anni una delle più note «strade del vizio».
Le verifiche delle ultime settimane hanno consentito di individuare 79 stranieri, in maggior parte ucraini e moldavi, con documenti alterati. Per 21 di loro si sono aperte le porte del carcere in quanto sorpresi con carte d'identità o passaporti «tarocchi». Si tratta infatti di documenti validi per l'espatrio, per i quali la legge prevede l'arresto obbligatorio. Spesso erano banalmente dei clandestini, ma in alcune circostanza si è anche scoperto pericolosi ricercati dall'Interpol per gravi reati commessi oltre confine. In altri 58 casi di trattava invece di patenti, tassa di circolazione o peggio ricevute di assicurazioni mai pagate, che hanno comportato solo altrettante denunce. Ma anche il sequestro di 34 veicoli, sei di quali già confiscati definitivamente.
Impossibile invece individuare le «tipografie» che ha sfornato questa serie di documenti, poi venduti mediamente attorno ai 500 euro l'uno. Gli investigatori infatti sospettano si trovi all'estero, probabilmente in Romania, e rifornisca i propri «clienti» fuori dai confini nazionali.
Un'attiva resa possibile da un paio di nuovi strumenti «portatili» in dotazione alle pattuglie dell'Arma. Primo tra tutti un lettore a raggi ultravioletti che «risalta» gli strumenti di sicurezza come l'oleogramma. Nel dubbio si utilizza un microscopio che proietta l'immagine ingrandita su un display, evidenziando la filigrana, il tipo e caratteri di stampa.

E infine un secondo e più potente microscopio che utilizza uno schermo ad alta definizione. La «certificazione» del falso viene poi data dall'apposito ufficio della polizia locale, probabilmente uno dei servizi più rapidi ed efficienti di piazza Beccaria.

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