Alla foce del Metauro, Fano si distende tra le campagne marchigiane e il mar Adriatico, ricca di storia e di sapori, meta inevitabile del Viaggiatore Goloso. In questi giorni c'è il Festival del Brodetto sul lungomare Simonetti. Anzi, il «Festival internazionale del brodetto e delle zuppe di pesce» perché giustamente, se non è brodetto, è zuppa. Nato piatto povero da peschereccio con il pesce di scarto, - i marinai ancora dicono «è un brudet» per qualcosa sistemato alla rinfusa - il brodetto fanese è sempre cucinato con il concentrato di pomodoro, come quando non si poteva trovare/conservare il pomodoro fresco. Al pesce e al pomodoro va aggiunto un profumo di aceto di vino.
Con la scusa del Brodetto, ci possiamo immergere (il verbo non è fuori luogo) in questo importante centro romano lungo la via Flaminia. Del periodo imperiale abbiamo molte testimonianze, le Mura Augustee, dopo quelle di Roma le più lunghe, l'Arco d'Augusto, maestosa porta d'ingresso alla città, ma c'è anche una Fano inferiore con un percorso che si snoda nei sotterranei del centro storico dalla Mediateca, dove un tempo si trovava l'Augusteum, edificio consacrato al culto dell'imperatore, alla Domus scoperta sotto piazza XX Settembre, dai sotterranei della chiesa di Sant'Agostino alla sezione archeologica del Museo del Palazzo malatestiano. Qui ammiriamo la testa di una giovane donna dall'elaborata acconciatura, attribuita ad Ottavia, sorella di Augusto. Monete e quadri (Domenichino, Guercino, Guido Reni tra gli altri) completano questo importante museo.
La seconda specialità di Fano, con il brodetto, è la moretta. Come il brodetto, nasce dal riciclo dei liquori avanzati. Da qui si è arrivati a una miscela con Varnelli o Mistrà (liquori all'anice), rum e brandy. Al tutto, oltre alla scorretta di limone, va aggiunto l'espresso. Bicchiere o tazzina di vetro per vedere i tre strati: liquore, caffè, schiumetta. Prima della moretta al Caffè del Porto, a tavola da Antonio Scarantino, giovane e brillante cuoco del ristorante Almare, dove si reinterpreta la cucina di pesce partendo dall'attenzione alle materie prime. Oltre alla sua versione del brodetto, non può mancare, ricciola con olio al caffè e polvere di nocciole, risotto giallo con capesante e gelato di parmigiano, stoccafisso scomposto all'anconetana.
Iniziata nel 1610 da Giovanni Battista Cavagna e inaugurata nel 1616, la Chiesa di San Pietro in Valle è uno degli edifici barocchi più belli delle Marche. L'unica navata con cappelle laterali e cupola, si caratterizza per gli stucchi di Pietro Solari e gli affreschi da Antonio Viviani. La decorazione della cupola è di Lauro Buonaguardia. Due passi prima di un altro appuntamento a tavola. La passeggiata del Lisippo, più di un chilometro, è una delle più lunghe della costa adriatica. Il nome deriva dalla scultura bronzea che ci attende al termine del percorso. E una copia del Lisippo venne «pescato» nell'Adriatico da pescatori fanesi nel 1961. Attribuita allo scultore greco Lisippo o ad un suo allievo, è conservata presso il Getty Museum di Malibù, in California che ha respinto tutti i tentativi di riportarla a casa. Di vero ci sono i «trabucchi», fratelli dei trabocchi abruzzesi e presenti su quasi tutta la costa. Affascinanti, come quello che arriva in tavola alla Peppa osteria aperta a Fano in via Vecchia nel quartiere dei Piattelletti (Piatt'lett) all'inizio del '900, da Angelo Mazzanti e da Giuseppina Diotallevi, detta «La Peppa». Rilanciata da un gruppo di ragazzi, ci accoglie con una calda cucina di terra, dai taglieri di salumi e formaggi alle piadine (erbe di campo, pecorino salsiccia), dalle tagliatelle con fonduta di Fossa al coniglio in porchetta.
Prima di tornare al Lungomare Simonetti per il Festival, una gita fuori porta per degustare i vini del territorio: Bianchello del Metauro, Sangiovese dei colli Pesaresi, Bianco e Rosso Marche Igt. E poi olio, grappa.
Ci attendono la cantina Di Sante con 30 ettari biologici e 4mila piante d'olivo, alcuni secolari, e l'azienda agricola Mariotti che, il 14 e il 28 luglio organizza delle intriganti cene tra le vigne. Chiudiamo all'eremo di Monte Giove, dove, oltre a un'accoglienza spirituale, facciamo incetta di tisane, liquori, digestivi, birre, confetture dei monaci camaldolesi. Brodetto in tutte le zuppe, ma non solo, a Fano.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.