Vaglielo a spiegare, a una mamma, a un papà e a un fratellino che quel bimbo che hanno tanto aspettato è nato senza braccia, e che le tante ecografie non sono servite a nulla, perché nessuno prima se ne eraaccorto. Loro lo avrebbero voluto lo stesso, quel piccolo in arrivo. ma avrebbero voluto, era un loro diritto, saperlo prima. Invece. È partita la querela, nei confronti del ginecologo della Asl 1 imperiese, Giovanni Carlo Sugliano, che non aveva diagnosticato per tempo la malformazione del feto. Il processo per lesioni si è concluso ieri, con un risarcimento danni di un milione e 100mila euro e la contestuale remissione di querela.
Il bimbo nacque privo degli arti inferiori e per i genitori e il fratellino maggiore, ignari della malformazione, la «svista» si tradusse in un grosso trauma psicologico. I fatti risalgono al 2001. Il medico venne querelato per lesioni, non in merito alla malformazione del feto - che nacque senza le braccia per motivi congeniti - ma per i danni di natura psicologica provocati al genitore per la mancata tempestiva comunicazione delle sue condizioni fisiche.
Al raggiungimento della transazione in sede civile, è stata rimessa la querela nel processo penale: ieri, dunque, il giudice Paolo Luppi di Sanremo, nel corso del dibattimento avvenuto in camera di consiglio, ha dichiarato il non doversi procedere nei confronti del medico.
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