Chiara Campo
Ancora più di mille, ma il 30 per cento in meno dellanno scorso. Il fenomeno dellevasione scolastica è in caduta libera, merito anche delle verifiche avviate un anno fa dal Comune incrociando anagrafe e iscrizioni scolastiche. Un monitoraggio che nel 2004 ha portato lassessorato allEducazione a consegnare nelle mani della Procura una lista di 1.455 casi «sospetti» e per qualche centinaio si trattava di famiglie che mandavano i figli alla scuola ebraica di via Quaranta. Questanno Palazzo Marino ha dovuto inviare 1.846 lettere ad altrettante famiglie perché chiarissero se il figlio, non iscritto alla scuola dellobbligo, ne frequentassero una privata o paritaria, oppure se avessero scelto per lui lopzione, oggi poco frequente ma ammessa dalla legge, delleducazione paterna. In 1.063 casi, però, le risposte non sono state soddisfacenti o non sono arrivate per nulla, quindi i genitori sono stati segnalati alla Procura e rischiano persino di perdere la tutela dei figli. A «evadere» di più sono gli egiziani, seguiti da italiani, cingalesi e filippini. Sorprende che i trasgressori siano recidivi: 567 famiglie, circa la metà di quelle che non sono risultate in regola agli ultimi controlli, erano già state segnalate alle autorità lanno scorso. In cima alla classifica ancora gli egiziani, ma in 106 casi si tratta di italiani.
«I dati sono confortanti - ammette lassessore allEducazione Bruno Simini -. Levasione scolastica è un fenomeno più complicato della dispersione e non è mai stato affrontato in modo sistematico. È diventato più importante negli ultimi anni con larrivo di molti bambini stranieri, perché un fatto che è assodato in Italia, cioè che a una certa età si deve andare a scuola, non lo è per chi è appena arrivato». Ma «ogni Paese civile e moderno, e lo dico anche in relazione ai fatti avvenuti a Londra, deve vigilare su tutta la propria comunità - prosegue Simini -. Nel caso dellevasione scolastica, il nostro interesse va ben oltre lobbligo di legge che ci impone di fare queste verifiche e segnalare gli assenti ingiustificati alla Procura. Ritengo che sia nostro preciso dovere scoprire e capire le ragioni che inducono le famiglie a non iscrivere i figli alla scuola dellobbligo. Dopodiché occorre verificare insieme a chi esercita la patria potestà ogni forma possibile di collaborazione perché ai bimbi che risiedono a Milano venga impartita listruzione necessaria per vivere e integrarsi pienamente nella nostra società».
Su questa linea si inserisce il caso di via Quaranta. Lassessore Simini ha incontrato una decina di giorni fa i responsabili della scuola clandestina, proponendo loro la creazione di una scuola paritaria per gli egiziani in via Zama. «Liniziativa che abbiamo messo in moto con i controlli sullevasione - afferma lassessore - ha cominciato ad attivare responsabilità nelle famiglie, sicuramente anche tra quelle che mandavano i figli in via Quaranta. Nel caso degli stranieri, oltretutto, il reato potrebbe portare al mancato rinnovo del permesso di soggiorno. La questione dellistituto clandestino deve essere risolta.
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