RomaAl termine di una giornata parlamentare piuttosto confusa, e dopo un rapido Consiglio dei ministri, il governo ha preannunciato alla Camera il voto di fiducia sul testo del decreto «milleproroghe», modificato attraverso un maxi-emendamento sostitutivo. Il nuovo testo, su cui si è lavorato fino a tarda sera, dovrebbe tener conto delle perplessità espresse dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
I cambiamenti, come ha spiegato Giulio Tremonti dopo un incontro al Quirinale, non riguardano il testo base approvato in Consiglio dei ministri, ma quello modificato durante il passaggio in Senato. Tra le modifiche in arrivo quelle sulle norme che riguardano i precari della scuola, il personale della Consob, l’aumento del numero degli assessori a Roma, l’incrocio tv-giornali, le demolizioni a Napoli, la proroga dei contratti nella zona etnea, la vigilanza sui contratti pubblici. Non dovrebbero essere invece modificate le norme di sollievo fiscale alle banche. «Il governo - afferma il capogruppo del Pdl a Montecitorio, Fabrizio Cicchitto - è andato incontro alle sollecitazioni» espresse da Napolitano nella sua lettera.
I tempi per l’approvazione del «milleproroghe» sono strettissimi: il provvedimento scade il 27 febbraio. Il voto finale è previsto per sabato pomeriggio in Senato. Le opposizioni, partito democratico in testa, hanno annunciato l’ostruzionismo: «Useremo tutti gli strumenti e i tempi che ci spettano».
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