Mimun: «Sono pronto e ci gioco la mia faccia»

Mimun, quante gliene avrebbero dette se, da direttore del Tg1, avesse bucato il V-day di Beppe Grillo, come ha fatto Gianni Riotta?
«Mi avrebbero massacrato, avrebbero detto che ero servo del padrone. Su alcuni episodi riguardanti Berlusconi accaduti quando ero responsabile io del Tg1 sono andati avanti a fare polemiche per mesi. Comunque non voglio giudicare le scelte degli altri. Tanto le critiche si sa sempre da che parte arrivano. E non vivo l’ansia della sfida».
Be’, però, domani è il grande giorno: parte il suo nuovo Tg5, rivoluzionato, iper tecnologico: sembra una vera e propria sfida al Tg1...
«Il nostro restyling non è una risposta a quello del notiziario del primo canale. A luglio, cinque giorni dopo essere tornato al centro Palatino di Mediaset, avevo già pronti i bozzetti per cambiare studio e grafica. A me è stato chiesto di rendere ancora più prestigioso il Tg di Canale 5, di rinnovarlo e farlo crescere. Insomma qualità e ascolti. Ed è quello che tento di fare».
Cosa le piace del Tg di Riotta?
«I toni biancocelesti, i colori della mia squadra del cuore (la Lazio). Avrei voluto ricambiare - scherza - con uno studio neroazzurro o optare per i colori rossoneri cari al mio editore. Ma si adattano poco allo studio di un Tg, così abbiamo scelto toni chiari, che hanno un’aria familiare e restituiscono il naturale calore della conduzione in diretta».
Lunedì, alle venti, l’edizione più importante, lei, scommette, letteralmente, la sua faccia...
«Certo, quando cè vo ce vò... io mi metto davanti al battaglione, non nelle retrovie. Mi sembra giusto sperimentare la nuova macchina, poi quando sarà oliata, tornerò dietro le quinte. Entro, al pari degli altri e a rotazione, nella squadra dei conduttori, con la Bonamici, la Parodi e De Filippi. Una settimana a testa, finché sarà necessario».
Si è sparsa la voce che volevano, addirittura, sottoporla a dei provini per vedere se funzionava ancora in video...
«Sciocchezze... mi devo abbassare a ricordare la mia storia? Dalle edizioni del Tg5 che conducevo nel ’93 accanto a Cristina Parodi fino al primo duello Berlusconi-Prodi in campagna elettorale? Suvvia...».
Nel suo Tg vuole puntare sempre di più sui problemi quotidiani della gente...
«Sì, voglio che la pancia del giornale sia dedicata ai problemi delle persone: le file, i parcheggi, lo stipendio che non arriva a fine mese, i ritardi dei mezzi pubblici. Non sono un fanatico della cronaca né del gossip. Ci devono essere, ma per esempio, una lunga teoria di delitti rende solo il notiziario deprimente: preferisco soffermarmi su un caso particolare con più approfondimenti. In questa ottica avrà un ruolo importante “l’indignato speciale”, Andrea Pamparana, che all’interno dell’edizione delle 13 andrà sul posto a raccontare i disagi della gente».
E ci sarà spazio, grazie a Internet, al dialogo con i telespettatori...
«Ci sono 58 milioni di possibili collaboratori in Italia. Due vice direttori saranno impegnati a leggere le mail e a dare spazio ai casi che appaiono più interessanti. Anche i filmati delle persone comuni che arriveranno in redazione potranno essere mandati in onda. Ovviamente, il tutto debitamente controllato».


Lunedì si comincerà con un faccia a faccia tra lei e Vasco Rossi, martedì un altro con Fiorello. Vuole acchiappare audience ospitando i personaggi più amati dal pubblico?
«Ma no. Le due interviste sono solo un valore aggiunto al nostro lavoro. Vogliamo dare spazio a chi è capace di parlare con i giovani».

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