Roma - Giro di vite contro le minacce al premier. "Abbiamo disposto che il sito
contenente minacce al premier apparso su Facebook venga
chiuso e denunciati quelli che sono intervenuti".
Lo ha detto il ministro dell’interno, Roberto Maroni,
all’Aquila. C’è, ha aggiunto "massima attenzione da parte
delle forze dell’ordine per questi fatti". "Non credo - ha
spiegato il ministro - che esista un paese al mondo dove
qualcuno può scrivere su un sito "uccidiamo il premier". È
apologia di reato, anzi peggio".
"Rischio che mettano in atto le minacce" Il ministro dell’Interno ha
sottolineato che se passa il principio che si possono scrivere
impunemente minacce contro il premier "c’è il rischio che
qualcuno possa metterlo in atto". "Non mi capacito - ha detto
ancora - che qualcuno possa ipotizzare l’omicidio del premier.
È il frutto di un’azione quotidiana e capillare di
denigrazione del presidente del Consiglio e non solo che viene
fatta da tempo e che può portare qualche mente malata ad
ipotizzare azioni di questo tipo. Bisogna smettere con
l’atteggiamento di demonizzazione dell’avversario politico".
Pd: "Non solo il premier nel mirino" Sulla vicenda è intervenuto anche il Pd, sostenendo che non solo il premier è nel mirino di Facebook. Sarebbero circa 180, secondo quanto segnala il comitato Franceschini, i gruppi sul social network che se la prendono con il segretario del Pd o altri big del partito.
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