Il ministero della Salute: il latte crudo va bollito

Il ministero della Salute ha segnalato alla Federazione italiana medici di medicina generale e alle Società scientifiche di pediatria e neonatologia alcuni casi di sindrome emolitico-uremica associati a infezione da Escherichia coli, fonte di verocitotossina (Vtec) in pazienti di età pediatrica, probabilmente dovute al consumo di latte crudo (non pastorizzato) contaminato. Il ministero fa appello ai medici di medicina generale e ai pediatri perché sensibilizzino genitori e pazienti sulla necessità di bollire il latte crudo. Il ministero della Salute ricorda, in una nota, di aver stabilito con l’ordinanza ministeriale del 10 dicembre 2008 (il cui termine di validità è stato recentemente prorogato al 31 dicembre 2012) che il latte crudo deve essere venduto attraverso distributori automatici, appositamente registrati e controllati dalle Asl, che devono riportare correttamente l’indicazione che il latte crudo è da consumarsi previa bollitura, mentre in caso di cessione diretta è il produttore che deve obbligatoriamente informare il consumatore su tale modalità di consumo. La bollitura è dunque indispensabile per eliminare l’eventuale presenza di agenti patogeni che possono essere presenti nel latte crudo anche se questo viene prodotto nel totale rispetto delle norme: «i pur rigorosi controlli sul latte e sugli allevamenti, da soli, non possono garantirne la completa sicurezza, come invece può fare il processo di bollitura» conclude il ministero della Salute.


Negli ultimi anni i distributori di «latte alla spina» si sono moltiplicati un po’ in tutta Italia, con una maggiore concentrazione nel Nord. Fra le province dove sono più diffusi ci trovano quelle di Torino (109), Milano (98) e Varese (71), Treviso (58), Monza-Brianza (43) e Como (38).

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