In paese non parleranno daltro per mesi. Di quei ragazzini irrequieti, conosciuti da tutti, che per fare una bravata hanno rischiato di ridurre in cenere tutta la scuola. E che adesso si trovano denunciati per incendio aggravato in concorso senza aver ancora capito la differenza tra uno scherzo sfuggito di mano e un reato che poteva trasformarsi in tragedia.
Bernareggio, provincia di Monza, 10mila abitanti circa. Due giorni senza niente da fare (e soprattutto senza impegni scolastici) diventano un problema di un certo spessore per un gruppetto di sette adolescenti tra i 12 e i 16 anni già agitati per natura. «Qui cè troppa tranquillità, non sappiamo mai come passare il tempo, come divertirci» ha spiegato senza scomporsi il loro piccolo leader - un 16enne tutto azione e poco cervello - ai carabinieri del luogo e a quelli della compagnia di Vimercate durante un faccia a faccia in caserma, presenti anche i genitori. «Quando siamo andati a prenderlo a casa sembrava un cucciolone smarrito e non il bullo che vuol far credere a tutti di essere. Non si è ancora reso conto della gravità di quello che ha fatto» spiegano i militari scuotendo la testa.
È lui che domenica ha «condotto» la spedizione dei suoi amici alla scuola di via Sandro Pertini, un istituto onnicomprensivo (ci sono sia le elementari che le medie) che sta proprio nel centro del paese e frequentato da 4-500 ragazzini. Questo «capetto», altri due coetanei, due 15enni e due ragazzini di 12 e 13 anni (questi ultimi per legge non imputabili) intorno alle 16.30 hanno scavalcato il cancello della scuola chiusa e hanno cominciato ad aggirarsi tra i giardinetti, il campo da basket e il cortile che circondano le palazzine dellistituto. Quindi sono entrati in uno degli edifici dove, al piano superiore cè la mensa e nel seminterrato il magazzino, unenorme stanza di circa 200 metri quadrati dove vengono tenute accatastate le scenografie del teatrino scolastico, ma anche un po di materiale elettorale del Comune.
«Improvvisamente abbiamo avuto quellidea. E con un accendino abbiamo incendiato gli scacchi...Ma sì, quelli in polistirolo, ad altezza uomo - hanno spiegato i ragazzini ai carabinieri -. Non pensavamo che avrebbero preso fuoco così in fretta e che sarebbe successo tutto quel casino...Quando abbiamo capito che era il caso di spegnere, era troppo tardi».
Le telecamere del perimetro scolastico, infatti, riprendono molto chiaramente il 12enne. Che, spedito in cerca di acqua dal suo «boss», trascina a fatica una tanica piena dacqua verso il magazzino. Uno sforzo inutile: il magazzino è invaso dalle fiamme e dal fumo, i bulletti cominciano a tossire e ad avere paura, così scappano in fretta e furia, correndo a perdifiato verso il cancello. E non si allontanano di molto dallistituto.
«In pochi minuti sul posto sono arrivati i vigili del fuoco, la polizia municipale, le nostre pattuglie e unambulanza perché chi ha visto le fiamme e ha lanciato lallarme non sapeva se cera qualcuno o meno dentro la scuola - spiegano i carabinieri -. I teppistelli, intanto, non si sono allontanati molto dalledificio: erano curiosi di vedere quel che, per causa loro, sarebbe accaduto alla scuola..».
Per fortuna (stavolta) nei paesi ci si conosce tutti.
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