La generazione Z ora attacca anche l'emoji del pollice: è passivo-aggressiva

La nuova battaglia della Gen Z è quella contro le emoji e l'emoticon del pollice in su, che oggi è definito maleducato e aggressivo

La generazione Z ora attacca anche l'emoji del pollice: è passivo-aggressiva
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È ormai noto che la generazione che si riconosce nell'etichetta Gen Z ha fatto delle lotte quotidiane il proprio marchio distintivo. E se da una parte è sempre encomiabile la volontà di cambiare e migliorare il mondo, dall'altra è evidente che spesso alcune battaglie non sono né utili né sensate. Tra queste c'è, senza dubbio, quella portata avanti contro le emoji, le faccine che ormai da anni utilizziamo per arricchire le nostre conversazioni digitali o per settare l'umore di una chiacchierata online. Come si legge su Yahoo, i giovani d'oggi, soprattutto su Tik Tok, hanno stilato una sorta di lista di emoji che non solo non vanno più di moda, ma che se utilizzate svelano il carattere di una persona o la sua età anagrafica. Ad esempio, la faccina che ride con le lacrime agli occhi è considerata obsoleta e al suo posto, per indicare qualcosa che fa ridere da morire, si usa il teschio.

L'ultimo attacco alle emoji è quella condivisa su un post di Reddit - poi cancellato dall'autore stesso - in cui si diceva che l'utilizzo dell'emoji del pollice alzato rappresenta in realtà un attacco passivo-aggressivo. Sebbene il post sia stato eliminato, i commenti sono rimasti alla portata di tutti ed è in essi che si legge la spiegazione secondo la quale: "Per le persone più giovani l'emoji del pollice è usata in modo passivo-aggressivo. È super maleducato se qualcuno ti manda solo l'emoji del pollice". Il problema, come sottolinea Forbes, nasce soprattutto negli ambienti lavorativi, dove l'emoji sotto accusa viene inserita anche nelle conversazioni tra colleghi o dirigenti. In effetti, un utente di Reddit conferma che "sul posto di lavoro abbiamo una chat su Whatsapp per il nostro team" e che in essa molti colleghi rispondono con il segno del pollice che "è un po' ostile, come presa visione ma anche come segno di non mi interessa/non mi importa."

Se, per decenni, l'immagine di un pollice alzato era l'equivalente di un okay o di un "presa visione, sono d'accordo", oggi è considerato rude, impulsivo, usato solo per mettere a disagio chi lo riceve, che si sente in una posizione di inferiorità. Naturalmente ogni forma di linguaggio è una forma evolutiva, che cambia a seconda dell'utilizzo che si fa della lingua stessa. E le emoji non fanno alcuna differenza: è ovvio che un utente di quarant'anni ha una comunicazione diversa rispetto a uno di venti. Se è accettabile l'incomunicabilità tra due generazioni diverse, dall'altra è pericoloso dare per scontato che l'utilizzo di un'emoticon abbia necessariamente un valore negativo o che sia utilizzata per fare del male all'interlocutore, soprattutto quando si tratta di un'emoji dal valore positivo, come il pollice alzato.

Continua ad esserci dunque la sensazione che la nuova generazione sia sempre più sensibile e sempre più propensa a trovare problemi anche dove non ce ne sono. il consiglio migliore rimane quello di un altro utente di Reddit che, nei commenti, afferma: "Ci state pensando troppo. Usate qualsiasi cosa vogliate e basta".

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