Moda donna riparte: sale nuove, stilisti cinesi e spazio agli emergenti

Dopo 25 anni le sfilate «traslocano» dalla Fiera a via Gattamelata: La Camera di Commercio: «Milano capitale del fashion». Modelle troppo magre, appello al buon senso

Paola Bulbarelli

Hanno preso a prestito i nomi delle vie più famose del fashion system: Montenapoleone, Spiga, Manzoni, Borgospesso. Sono le nuove sale che ospiteranno la prossima settimana della moda (dal 23 al 30 settembre) andate a sostituire le mitiche sale della Fiera messe in pensione prima dello smantellamento dopo venticinque anni di duro ma proficuo lavoro e onorato servizio. Si passa da piazza Sei Febbraio a via Gattamelata e dintorni e si brinderà all’evento con vino siciliano messo a disposizione dalla Regione Sicilia. E ci si augura che sia l’inizio di una nuova era per la moda. Quella moda che nei vecchi spazi delle sale A, B, C, D, E ha visto nascere i grandi stilisti oggi noti in tutto il mondo. «La nuova location - ha spiegato Mario Boselli, presidente della Camera della moda - ha già riscosso grande entusiasmo richiamando l’attenzione delle grandi firme che hanno riconfermato quest'anno la loro presenza. Il nuovo centro congressi ci ospiterà per altri quattro o cinque anni, finché non sarà agibile lo spazio all’interno della Città della Moda». Gli auspici per un buon inizio ci sono: si parte con il segno più dopo quattro anni di crisi nera, ci si lascia alle spalle la fase negativa. C’è solo da chiedersi se e quanto durerà. Per ora si pensa all’imminente futuro, a quelle passerelle che vedranno sfilare le nuove collezioni per la primavera-estate 2007. La kermesse è stata presentata a Palazzo Turati, sede della Camera di commercio di Milano che, nell’occasione ha fornito la classifica delle imprese: Milano è la capitale indiscussa della moda, con il 13 per cento delle attività italiane concentrate nel capoluogo lombardo,dove operano 528 imprese del settore. Più che nell’intera Toscana, dove operano 471 attività e dietro al Veneto, che di imprese attive nella moda ne conta 579. E si passa ai numeri della manifestazione: 221 collezioni, 99 sfilate per 98 marchi, 123 presentazioni negli showroom degli stilisti, di cui 39 su appuntamento. Ad aprire la manifestazione sarà il défilé di Elena Mirò e la giornata di sabato 23 settembre sarà dedicata ai talenti emergenti che partecipano al progetto ReGeneration - New upcoming designers - Fashion from the world’. Saranno presentate le proposte di due stilisti cinesi (Lily e Silique) e di un indiano (Varun Bahl). Il calendario delle sfilate, ha aggiunto il presidente «è un calendario ragionevole, articolato su 8 giorni, che presenta un’anima duplice: nei giorni centrali e finali della kermesse, saranno presenti le grandi marche italiane conosciute al grande pubblico, mentre nelle prime giornate (sabato 23 e domenica 24) ci sarà spazio per i giovani talenti emergenti che hanno tutti i titoli per partecipare a Milano Moda Donna. Gli attori sono sì i grandi marchi, ma anche le giovani griffe che hanno il diritto di rappresentarsi perché svolgono un ruolo significativo nel made in Italy».
I nuovi nomi che sfileranno per la prima volta saranno Ab Soul, Miss Bikini, Pin Up Stars, Shirt Passion e Sonia Fortuna. Oltre alle sfilate di fine settembre si è pure acceso il dibattito sulla querelle estiva a proposito del museo della moda. Museo sì o museo no? «Il sindaco Letizia Moratti – ha detto Boselli - ci ha assicurato che non prenderà nessuna decisione senza averci interpellato. La nostra idea parte dal polo formativo in stretta collaborazione con le tre università: Bocconi, Cattolica e Politecnico. Il museo deve essere un centro di documentazione, sperimentazione finalizzato a chi frequenta i corsi che dovrebbero iniziare nel 2007. Non pensiamo certo a un museo come manichini da spolverare. Si devono separare i destini dell’ipotesi di museo: uno per l’università, uno al Castello Sforzesco». Poi la storia delle modelle, polemica partita dalla manifestazione spagnola e dove il governo ha messo al bando le ragazze troppo magre.

Ci sarà un regolamento anche a Milano? «Tendenzialmente noi siamo contrari a regolamenti di questo tipo», ha risposto il presidente: «Non pensiamo a regolamenti vincolanti, deve prevalere il buonsenso» aggiungendo che la Camera della moda ha un occhio di attenzione non solo per la taglia delle indossatrici, ma anche per la loro età, che non dovrebbe essere troppo precoce. «Ma in oltre 50 anni che assisto a sfilate devo dire che di anoressiche non ne ho viste, al massimo due magrine».

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