Milano - Doveva essere uno show indimenticabile. E doveva essere uno show che risollevava gli ascolti di Raiuno. Non è stato né l’uno né l’altro. De La situazione di mia sorella non è buona verrà presto dimenticato il titolo e il contenuto. Che non è stato una bomba come annunciato: ha suscitato sì un po’ di clamore e alcune reazioni indignate, ma nulla in confronto ai precedenti programmi del Molleggiato. Ma, per quel che più conta nei piani alti di viale Mazzini, e cioè i dati di ascolto, la situazione veramente «non è buona».
Celentano ha raccolto attorno a se 9 milioni e 209 mila spettatori che, in termini di share, si traduce in 32,29 per cento. In sostanza uno spettatore su tre che lunedì sera stava davanti al video, seguiva le prediche e le canzoni dell’artista, gli altri si sono sparsi tra Paperissima, Ghost e gli altri canali. In se, sono numeri alti: pochissimi programmi arrivano a quei vertici di share, negli ultimi mesi ci sono riusciti solo le partite di calcio e Striscia la notizia. Però da uno come Celentano che con Rockpolitik raccoglieva una media del 46 per cento di share e di undici milioni di persone, ci si aspettava di più. Anche se il direttore generale della Rai, Claudio Cappon, che pure non ha guardato il programma per altri impegni, ha detto che il risultato è in linea con le aspettative. Certo, non c’è paragone tra quelle quattro trasmissioni di due anni fa, preparate e studiate con ben altri intenti e quella dell’altra sera che, alla fine, si è risolta in un mega spottone per il nuovo disco del cantante, però anche qui si trattava di un evento molto atteso, molto pubblicizzato e realizzato nel tentativo di fare scalpore tra fulmini e saette, rimbrotti per i pericoli delle scorie nucleari ed elogi a Prodi.
E dando carta bianca al cantante, unico a godere di tale privilegio in Rai. In più, Celentano aveva campo libero: le altre reti non hanno cercato di contrastarlo, tranne Canale 5 che ha infilato Paperissima dopo Striscia. E, comunque, la sostanza è una: con Celentano e con Benigni, in onda con Il Quinto dell’Inferno domani sera, Raiuno sperava di riagguantare Canale 5, vincente in prime time, prima della fine del periodo di garanzia autunnale che si chiude sabato. Per ora, il tentativo è fallito: dopo la performance di lunedì, l’ammiraglia Rai resta sotto quella Mediaset di mezzo punto (22,29 contro il 22,75 per cento). Pare difficile che Benigni, leggendo il canto di Paolo e Francesca, possa fare un tale boom di ascolti da riportare in alto le sorti del primo canale.
Comunque, lo show del Molleggiato non è passato del tutto inosservato. Ieri si sono avute alcune reazioni. Ecco gli arrabbiati e i contenti. Tra i primi gli architetti (definiti cementificatori) e i sostenitori dell’energia nucleare (tacciati come superficiali). L’esponente di An, Adolfo Urso, relatore della proposta di legge sul piano energetico nazionale, chiede che ora la Rai dia altrettanto spazio a scienziati che parlino con cognizione. I Verdi, invece, ovviamente plaudono al cantante. La più raggiante è Laura Chiatti, suo lo strip tease all’inizio del programma: «Celentano è il mio mito. Lo ringrazio ancora per l’opportunità che mi ha dato. Abbiano provato cinque giorni per realizzare un mio intervento di due minuti.
Lui, è vero, improvvisa, ma dietro c’è un lavoro accurato. Ho imparato tutte le canzoni del suo cd, solo all’ultimo momento ha deciso cosa cantare». E l’attrice conferma che invece non andrà a Sanremo con Pippo Baudo. Gli è bastato Celentano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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