Come ti incasinano un Mondiale i polacchi di Germania. Alla prima ne segnano uno a testa per stendere gli australiani. Vuvuzelas che suonano a festa: favoriti, favoritissimi. Provate a batterli questi tedeschi. Invece già alla seconda è dramma nazionalpopolare. E vaglielo a spiegare al direttore del personale che hai preso tre ore di permesso per vedere i tuoi prenderle dalla Serbia. Milo Klose si fa cacciare dopo 37’ per doppio giallo. Lucas Podolski, detto Poldi, si fa parare il rigore del pareggio da Stojkovic al 16’ della ripresa. Scuote la (sospetta) chioma corvina Loew, è la giornata storta dei bianchi. Con la sconfitta contro la Serbia, battuta dal Ghana all’esordio, riaprono il girone e si dipingono un futuro inquietante. Un possibile ottavo di finale contro l’Inghilterra. Un Mondiale che sembrava una prova di discesa libera, diventa una corsa in salita. Giù il cappello davanti alla Serbia di Antic. I rossi impostano una partita attenta e furba. Centrocampo a cinque, il gigante Zigic solo davanti a sbattersi e a lottare contro i due centraloni tedeschi. Gli inserimenti di Krasic e Jovanovic a far male. E’ proprio l’esterno sinistro dello Standard Liegi a colpire al 38’: colpo in acrobazia in mezzo all’area a giustiziare Neuer su cross del collega (futuro juventino?) dopo la torre di Zigic.
Se insieme all’esordio champagne, l’altro asso in mano alla Germania era la cabala, anche questa è una carta tarocca. Nel ’54, nel ’74 e nel ’90, ogni volta che i tedeschi sono stati campioni del mondo, hanno fatto fuori la Jugoslavia (nonna della Serbia di oggi) durante il cammino. Invece niente. Bisognerà appendersi ad altro a Berlino. Ma soprattutto Loew dovrà ripensare il sistema di gioco. Altrimenti con gli australiani che se la giocano larghi e senza tattica rischi di sembrare il Brasile. Con le squadre organizzate fai una figuraccia. Il centrocampo a cinque di Antic irretisce la manovra spumeggiante di Loew. Schweinsteiger e Khedira non trovano mai i tre davanti liberi. Podolski, Ozil e Mueller restano a bagnomaria. Poco serviti e molto controllati. Unica palla buona tedesca per Poldi al 7’. Esterno al volo da fuori area sul fondo. Poi, al 37’, il rosso (fiscale) a Klose: fallo su Ivanovic in attacco e su Stankovic a centrocampo. E’ la svolta della partita. La Serbia va via subito a testa bassa: cross di Krasic, sponda di Zigic di testa, Jovanovic stoppa di petto e ha tutto il tempo di battere a mezza altezza in volo. Al 46’ la Germania avrebbe la chance del pareggio immediato. Su un corner Stojkovic respinge di pugno, Khedira si avventa e tenta la botta, respinta dalla traversa.
Nemmeno un secondo tempo tutto di corsa rimette in scia la Germania. Podolski non è in giornata, più chiaro di così. Due indizi arrivano al 12’ e al 14’: un diagonale strozzato e un sinistro largo. Ma Poldi non ascolta i segni premonitori. Passano altri due minuti e si ostina a tirare il rigore: basso e angolato, ma Stojkovic ci arriva. Lo choc apre al crollo nervoso dei tedeschi. Al 22’ Jovanovic, servito da Krasic, colpisce il palo. E al 29’, ancora su cross di Krasic, Zigic di testa sbatte sulla traversa. Loew cambia davanti: fuori Ozil e Mueller, dentro Marin e Cacau. Ma la Germania non ne ha più. Il morale è sotto i tacchi.
Bisognerà tornare a far urlare le vuvuzelas contro il Ghana nell’ultima del girone. Loew ne è convinto: «Andremo agli ottavi». Esultano i serbi, invece. Li davano per spacciati, avranno la morbida Australia per continuare a sognare un posto nelle sedici grandi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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