Dopo 800 anni Oxford elimina ​i corsi obbligatori di teologia

Chi siamo? Da dove veniamo? Quali sono i pilastri della nostra cultura? Non ci sarà dato sapere

Dopo 800 anni Oxford elimina ​i corsi obbligatori di teologia

Dopo 800 anni, gli studenti di teologia di Oxford non dovranno più andare obbligatoriamente al corso di cristianesimo. Millenni di storia e filosofia che diventano facoltativi e poco importa se la teologia cristiana ha creato le fondamenta culturali, sociali ed etiche della società moderna.

Chi siamo? Da dove veniamo? Quali sono i pilastri della nostra cultura? Non ci sarà dato sapere. Ora gli studenti di teologia potranno studiare nella loro facoltà “approcci del femminismo alla teologia e alla religione” oppure “il Buddismo nello spazio e nel tempo” al posto di Sant’Agostino o Thomas Becket che potranno essere studiati, forse, solo al primo anno.

È stato il direttore della facoltà di teologia, il prof. Johannes Zachhuber ha voler questo cambio drastico nel percorso di studi di una delle università più prestigiose al mondo. “Gli studenti che frequentano Oxford, provengono dai più diversi e svariati contesti ambientali e culturali di tutta Europa ed hanno ovviamente interessi diversi”, ha dichiarato il professore al The Telegraph.

Il Regno Unito non è nuovo a questi movimenti politicamente corretti volti a cancellare ogni riferimento cristiano: di recente alcune scuole di Sua Maestà hanno sostituito le sigle del calendario gregoriano a.C/b.C (prima e dopo Cristo) con “BCE/CE (prima dell’era comune ed era comune), omettendo volutamente il nome di Cristo per evitare di offendere i mussulmani.

Le Università inglesi sono le più agguerrite promotrici del politicamente corretto tra le mura accademiche. Sempre Oxford ha dovuto rimuovere alcuni ritratti di esimi studenti perché maschi, bianchi o eterosessuali sostituendoli con altre effigi di studenti donne, omosessuali o di colore. Mentre alla SOAS (School of Oriental and African Studies), gli studenti hanno chiesto di non affrontare più Platone o Kant ma filosofi africani o asiatici nel segno della “decolonizzazione” dei percorsi di studi classici.

Altri movimenti studenteschi hanno chiesto con forza la rimozione o la distruzione di statue di Cecil Rhodes, Gladstone e perfino di Cristoforo Colombo in quanto considerato un “feroce colonialista cristiano”.

Purtroppo da notare tristemente la distruzione già in corso di chiese e cattedrali in quell’Europa che vuole dimenticare le proprie radici cristiane.

Ora, quanto dovremo attendere le richieste di distruzione dei fori imperiali per via della politica espansionistica dell’Antica Roma oppure la demolizione delle piramidi, fatte costruire dai faraoni schiavisti? Magari petizioni supportate anche da accademici, che in nome del politicamente corretto, distruggerebbero ogni rifermento culturale passato, non diversificandosi troppo dagli attentati che i barbari tagliagole dell’ISIS hanno perpetrato contro il patrimonio artistico e culturale in Iraq e Siria.

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