È l'unico terrorista sopravvissuto dopo aver portato la morte a Parigi il 13 novembre del 2015. L'unico del commando jihadista a poter parlare, ma non lo fa. Salah Abdeslam è stato condannato oggi di carcere dal tribunale correzionale di Bruxelles per tentativo di omicidio in un contesto terroristico (Guarda la gallery: il processo di Salah). Assieme a lui, anche Sofien Ayari, che dovrà scontare 20 anni in cella per la sparatoria di Rue Du Dries a Forest, uno dei 19 comuni di Bruxelles del 15 marzo del 2016, pochi giorni prima gli attentati del 22 marzo contro la capitale belga.
Ai due non è stata riconosciuta alcuna attenuante dai giudici: Abdeslam e Ayari, ha detto la presidente del tribunale di Bruxelles, hanno dimostrato "un completo disprezzo per la vita altrui".
Il processo di Abdeslam
Per tutta la durata del processo, Salah si è trincerato dietro un muro di silenzio. Sugli attentati non ha detto nulla per difendersi.
Le uniche parole pronunciate dal terrorista sono state parole d'odio: "Non ho paura di te, non ho paura dei tuoi alleati. È nel mio signore che ripongo la mia fiducia. Giudicami, ma io ripongo la mia fiducia in Allah".
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