Abusi, aborti e palpeggiamenti: bufera in Cile per un gesuita

Padre Renato Poblete, stando all'inchiesta interna dei gesuiti, ha commesso abusi. Poi c'è quel quadro da confermare: le costrizioni ad abortire. In ogni caso, è emerso l'ennesimo scandalo sulla Chiesa cilena

Abusi, aborti e palpeggiamenti: bufera in Cile per un gesuita

Renato Poblete Bach ha commesso un numero rimarcabile di abusi. Questa è la conclusione, la prima e la più grave, di un'inchiesta portata avanti in Cile, dove la questione delle violenze comminate dai consacrati ai danni dei minori e degli adulti vulnerabili tiene banco da qualche anno.

Sì, ma a rendere questa storia ancor più seria, se possibile, ci sono anche ulteriori dettagli: come i presunti aborti, pare forzosi, che sarebbero conseguiti ad alcuni di quegli abusi. Le persone interessate dai comportamenti delittuosi del padre cileno, loro malgrado, sono in totale ben ventidue. Quattro di queste persone, all'epoca dei fatti, erano minorenni. A riportare il quadro emerso nella nazione sudamericana, tra gli altri, è stato Vatican Insider.

Sono tutte donne le vittime di padre Poblete, che però è deceduto ormai nove anni fa. Il consacrato cileno non potrà dunque rispondere in via personale e diretta di quanto fatto. La Compagnia di Gesù, perché il consacrato in questione era un gesuita, ha condotto un lavoro certosino: quello che ne è venuto fuori non può che scuotere le coscienze. Le scuse ufficiali sono già state inoltrate. Quindi sono state messe in campo tutte quelle azioni che conseguono all'emersione di vicende di questa tipologia. Non c'entra nulla la vicenda di padre Karadima, il "carismatico" sacerdote cileno, che papa Francesco ha ridotto allo stato laicale. Ma c'è un elemento che sembra accomunare i due scandali: entrambi questi padri cileni sono stati dei trascinatori ecclesiastici. Uomini, insomma, in grado di suscitare una certa influenza sugli ambienti in cui erano incaricati.

Il viaggio apostolico di Jorge Mario Bergoglio in Cile è stato tra i più complessi di questo pontificato. Poi, una volta rientrato in Vaticano, il Papa ha inviato mons.

Charles Scicluna, che ha condotto una serie d'indagini, cui poi sono conseguite le dimissioni dell'intero episcopato cileno e alcune mosse utili a sradicare il fenomeno. Quella fase sembra terminata, ma gli scandali interni alla Chiesa cilena continuano ad emergere con costanza.

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