Il cardinale George Pell sarà giudicato in appello. Questa è, in sintesi, la conseguenza della decisione che arriva dall'Australia, dove la vicenda processuale del porporato continua a tenere banco.
L'uomo che Papa Francesco aveva individuato per la guida della Segreteria per l'Economia è stato condannato in primo grado a sei anni per abusi sessuali. Quelli che il porporato avrebbe commesso anni fa, quando era ancora incaricato nella sua nazione d'origine, ai danni di due minorenni. Nello specifico, le molestie sarebbero state inflitte a due giovanissimi membri di un coro. Parliamo di episodi che avrebbero avuto luogo negli anni 90'. Trattasi, qualunque sia la verità, dell'ecclesiastico più alto in grado mai coinvolto in una vicenda giudiziaria di questa tipologia. E anche per questo motivo il caso di George Pell è seguito da anni da buona parte dei media internazionali.
Per quanto valga però la pena rimarcare come l'accusato, sin dall'inizio di queste vicessitudini, abbia sempre rivendicato la sua assoluta innocenza. Un dettaglio non di poco conto, che è stato anche sottolineato pure dalla Santa Sede nel momento in cui la Sala Stampa ha voluto commentare la notizia sul via libera alla richiesta d'appello da parte dell'Alta Corte australiana. I tempi previsti non sono proprio brevi: si pensa che la prima udienza possa svolgersi entro l'inizio della prossima primavera. La chiarezza giudiziaria, insomma, non sembra essere dietro l'angolo. Ma ci sarà un'altra pronuncia. Quella che dovrebbe stabilire, una volta per tutte, se Pell è colpevole o no.
Nel frattempo, il cardinale, che è anche considerato un convinto conservatore, dovrà con ogni probabilità rimanere all'interno del carcere di Melbourne, da dove, di recente, ha persino tuonato contro alcune scelte fatte, da un punto di vista dottrinale, durante le fasi che hanno preceduto il Sinodo panamazzonico. Il Vaticano, dal canto suo, ha subito rilasciato delle dichiarazioni sulla novità emersa attorno all'appello: "La Santa Sede, nel confermare la propria fiducia nella giustizia australiana, prende atto della decisione dell'Alta Corte australiana di accogliere la richiesta di appello presentata dal cardinale George Pell, consapevole che il cardinale ha sempre affermato la propria innocenza", ha fatto sapere il Direttore della Sala Stampa Matteo Bruni.
Attraverso i medesimi virgolettati, la Santa Sede ha in ogni caso ribadito "la propria vicinanza a quanti hanno sofferto a causa degli abusi da parte dei membri del clero". A riportare questi commenti, tra gli altri, è stata l'Adnkronos. La questione degli abusi in Australia è molto sentita.
La nazione oceanica, come il Cile e gli Stati Uniti, è stata colpita da quello che Joseph Ratzinger ha chiamato "collasso morale". Il governo australiano e gli enti intermedi stanno anche cercando di mettere in campo una serie d'iniziative legislative che garantiscano le vittime, prescindendo per esempio dal segreto confessionale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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