Afghanistan, riappare l'ex presidente Ghani: "Pronto a tornare"

L'ex presidente dell'Afghanistan, fuggito durante l'assedio, parla dagli Emirati Arabi Uniti e si dice pronto a tornare nel Paese

Afghanistan, riappare l'ex presidente Ghani: "Pronto a tornare"

L'ex presidente dell'Afghanistan, Ashraf Ghani, riappare dopo giorni di oblio. Dopo la caduta di Kabul in mano talebana si era parlato di una sua fuga in Tagikistan, poi in Uzbekistan. Qualcuno aveva parlato dell'Oman, altri ancora forse di una tappa intermedia verso la Russia. E invece, Ghani è apparso negli Emirati Arabi Uniti. Un luogo che era stato individuato per le notizie riguardo un suo presunto ricovero in ospedale. Scelta interessante soprattutto alla luce della contemporanea presenza in Qatar della delegazione talebana, impegnata nei negoziati sulla transizione.

A confermare dell'arrivo a Dubai è stato questa sera lo stesso ex leader di Kabul in un videomessaggio. "Sono negli Emirati Arabi Uniti. Mi sto attualmente consultando per tornare in Afghanistan e combattere per la sovranità dell'Afghanistan. Tornerò presto", ha detto nella sua dichiarazione. La prima da quando è fuggito dal Paese dopo l'arrivo dei talebani nella capitale. Ghani ha tenuto a smentire le accuse avanzate su una sua presunta fuga con 169 milioni di dollari. Accuse che, come riportato dalla Bbc, sono state ribadite anche dall'ambasciatore afghano in Tagikistan, Mohammad Zahir Aghba, durante una conferenza stampa.

Le voci su una fuga con questo tesoro sono però state smentite dallo stesso ex presidente che ha puntato il dito su un "assassinio politico e personale". "Potete scoprire dalle autorità doganali e altre che si tratta di accuse infondate", ha ribadito il presidente dagli Emirati. Un videomessaggio in cui il presidente ha anche voluto sottolineare che prima di abbandonare l'Afghanistan stava "lavorando con i Talebani per negoziati che fissassero le condizioni per una transizione pacifica dei poteri, per tenere Kabul al sicuro". Un discorso che ha ricordato quello scritto dall'ex capo dello Stato nelle ore dell'assedio della capitale, quando attraverso i suoi canali ammise di aver preferito fuggire per evitare un bagno di sangue. Tesi confermata anche oggi quando ha detto di non volere un possibile massacro "come in Siria o nello Yemen".

Dopo il messaggio è arrivata anche la piccata reazione degli Stati Uniti, che per bocca di Wendy Sherman, hanno messo la parola fine all'esperienza dell'ex presidente: "Non è più una persona che conta in Afghanistan". Frase che risuona come una sentenza di condanna su un futuro ruolo nella transizione.

La situazione dell'Afghanistan si evolve quindi di ora in ora. Il ritorno in video dell'ex presidente chiuse quantomeno gli interrogativi su dove fosse colui che fino a pochi giorni fa era il leader di un governo legittimo. Ma restano aperte ancora molte questioni che rischiano di lasciare il Paese in una spirale di violenza e di caos.

Mentre molti rifugiati provano a fuggire, da Jalalabad giungono notizie di prime rivolte e morti. La transizione è appena iniziata. E adesso anche l'ex presidente Hamid Karzai sta provando a inserirsi come mediatore tra gli ex alti funzionari afghani e talebani, nuove guide del ricostituito Emirato islamico.

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