Nel 2015, il numero di rifugiati forzati ha raggiunto livelli che non si vedevano dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, toccando i 65,3 milioni di persone costrette ad abbandonare la propria casa.
I nuovi dati, appena pubblicati dall'Unhcr (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati), mostrano un incremento di più di 5 milioni di persone in cerca di asilo dall’anno precedente. A livello globale, con una popolazione di 7,3 miliardi, i dati registrati dall'Onu significano che una persona ogni 113 è in cerca di asilo, sfollata interna o rifugiata. Superando la soglia dei 60 milioni il numero di rifugiati globali oltrepassa le popolazioni di Italia, Francia e Gran Bretagna.
I motivi principali dell'aumento di persone costrette a fuggire dalle proprie case sono tre: le crisi che causano grandi flussi di rifugiati durano in media di più; lo scoppio di nuovi conflitti è più frequente e situazioni di guerra apparentemente sotto controllo tendono a riacutizzarsi più facilmente. Inoltre la capacità delle nazioni occidentali di trovare soluzioni efficaci per i rifugiati e gli sfollati interni è in diminuzione dalla fine della Guerra Fredda. Nel 2005 l'Unhcr registrava 6 rifugiati al minuto, oggi invece le persone costrette a fuggire dalla propria casa tocca i 24 al minuto. Il dato forse più drammatico e preoccupante, però, è che il 51% dei rifugiati globali sono bambini e infanti sotto i 16 anni di età.
La maggior parte degli sfollati (più del 50%) provengono da solo tre nazioni, Siria, Afghanistan e Somalia, ma malgrado l'attenzione sulla situazione europea, l'86% dei rifugiati si trova in nazioni sottosviluppate o in via di sviluppo. La Turchia, per esempio, è la nazione che ospita più rifugiati con 2,5 milioni di immigrati, seguita dal Pakistan e dal Libano.
Nel mentre, si sta osservando la nascita di una tradizione xenofoba (la paura dello straniero o di ciò che è straniero) nelle nazioni occidentali, in particolare in Europa, dichiara Filippo Grandi, Alto commissario delle nazioni unite per i rifugiati. L'incremento drammatico di rifugiati che arrivano sulle coste del continente europeo ha aumentato l'appoggio a partiti di estrema destra e alle leggi anti immigrazione fortemente criticate dall'Onu come violazioni dei diritti umani.
Più di un milione di rifugiati è arrivato in Europa nel 2015 - dichiara l'International Organisation for Migration (Iom) - e solo 35mila sono arrivati via terra. Le destinazioni europee più ambite dagli immigrati sono la Germania che ha ricevuto 441mila richieste di asilo solo nel 2015, e la Svezia, spiega l'Unhcr.
La situazione Ucraina e la vicinanza dell’Europa a paesi come la Siria e l’Iraq, insieme all’approdo di più di un milione di rifugiati nord africani dal Mediterraneo, sono le cause principali delle migrazioni forzate in entrata in Europa. Solo nel 2015 gli stati europei hanno creato poco più di mezzo milione di rifugiati, la maggior parte ucraini, ed accolto 4,4 milioni di persone, la maggior parte ospitati dalla Turchia, dichiara l’agenzia dell’Unhcr.
La situazione rifugiati non sembra in via di miglioramento e le soluzione trovate fino ad ora dagli Stati ospitanti non sembrano funzionare, mettendo in difficoltà la propria popolazioni e senza riuscire ad aiutare in alcun modo
i rifugiati in arrivo. I governi, dunque, devono sbrigarsi a trovare una soluzione efficace e sostenibile, perché ora come ora, la crisi dei migranti non sembra volersi risolvere da sola.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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