"Nessuna corruzione, nessuna irregolarità, nessun insuccesso né un legame con il movimento gulenista, eppure ci sono state pressioni e interferenze tali da diventare minacce alla mia casa e alla mia famiglia". È lanciando questa accusa che si è dimesso oggi Ahmet Edip Uğur, sindaco della città di Balıkesir a cui Erdoğan aveva chiesto da giorni di lasciare il suo posto.
Uğur, primo cittadino di un città di media grandezza nella regione di Marmara, aveva resistito per alcuni giorni alle pressioni dell'AkParti, che aveva invitato lui e altri colleghi a fare un passo indietro, con il presidente che metteva in chiaro: "Non occupate quelle poltrone da indipendenti, ma da persone spinte avanti dal partito".
Prima di Uğur a lasciare erano stati i sindaci di Istanbul, Ankara, Bursa e delle più piccole Niğde e Düzce, che a differenza sua non hanno però annunciato le dimissioni dal partito. "Per me non c'è alcuna possibilità di continuare a fare politica con l'Akp", ha detto in conferenza stampa il Uğur, concludendo il suo discorso in lacrime.
Se il primo cittadino di Balıkesir ha per qualche giorno fatto resistenza, come anche il collega di Ankara Melih Gökçek, il portavoce dell'Akp Mahir Ünal ha ribadito oggi: "I sindaci e altre figure lavorano come meccanismi di un orologio.
Non si può dire che la richiesta di dimettersi da parte del segretario sia anti-democratica". Intanto il portavoce del governo nega minacce al sindaco: "Se così fosse, l'iter giudiziario da seguire è chiaro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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