In trenta sono morti sul colpo e altri sette sono spirati dopo essere stati portati in ospedale. È il ministro della Salute turco, Mehmet Müezzinoğlu, ad aggiornare il bilancio delle vittime nel tragico attentato che ieri ha nuovamente colpito Ankara, che già a febbraio era finita nel mirino del terrorismo, quando era stato colpito un convoglio militare.
In trentasette sono morti nel nuovo attentato, e altre 71 persone sono rimaste ferite ieri, quando un'autobomba è esploso nella zona centrale di Kızılay, cuore amministrativo della città, lo stesso dell'attacco di febbraio, investendo decine di persone che si trovavano nei pressi di una fermata dell'autobus.
Il primo ministro Ahmet Davutoğlu sostiene di avere un'idea su chi possa esserci dietro l'attentato. Fonti del governo turco danno per certo che uno dei due kamikaze in azione ad Ankara fosse una donna e che avesse dal 2013 legami con il Pkk (Partito curdo dei lavoratori), considerato in Turchia un'organizzazione terroristica e contro cui sono in atto da mesi operazioni nel meridione del Paese.
La stampa turca fornisce anche il nome dell'attentatrice: Seher Çağla Demir, 24enne che sarebbe originaria di Kars, cittadina non lontana dal confine armeno. Manca al momento una rivendicazione ufficiale. Intanto il presidente Recep Tayyip Erdoğan ha assicurato che "la lotta contro il terrorismo continuerà e i terroristi saranno messi in ginocchio".
Questa
mattina gli aerei da guerra turchi si sono alzati di nuovo in volo, colpendo basi del Pkk nell'Iraq settentrionale. Una nota ufficiale dell'esercito sostiene che 18 postazioni siano state colpite tra Gara e Qandil.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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