Una candidatura arrivata nella mattinata di ieri e un'elezione pressoché scontata, data la maggioranza detenuta nella municipalità dal partito Giustizia e sviluppo di Recep Tayyip Erdoğan. Così Ankara ha scoperto il nome del suo nuovo sindaco, a poco più di una settimana dalle dimissioni di Ibrahim Melih Gökçek, che si era tenuto stretto quel posto per oltre due decenni, eletto la prima volta come uomo del Refah, l'islamista Partito del benessere, sciolto alla fine degli anni Novanta per incostituzionalità.
Deposto Gökçek, dopo che dal Palazzo bianco di Ankara il presidente Erdoğan ha preteso le dimissioni sue e di altri cinque sindaci del partito, alla guida della città metropolitana è arrivato Mustafa Tuna, eletto oggi dalla maggioranza dopo aver fatto le valigie dal distretto conservatore di Sincan, dove era stato eletto per due mandati consecutivi dopo un'esperienza parlamentare con l'Akp, conclusasi nel 2007.
Con la nomina di Tuna si chiude la questione di chi dovrà traghettare la capitale turca fino alle elezioni - locali e nazionali - che si terranno nel 2019. Nell'ultimo mese Erdoğan ha dato vita a un turnover che ha portato alle dimissioni dei sindaci di tre delle quattro città principali del Paese (Istanbul, Ankara e Bursa) e di altre tre: Niğde, Düzce e Balıkesir.
Proprio Balıkesir è l'unica città per cui ancora non è stato nominato un nuovo sindaco. Ahmet Edip Uğur, in carica fino a fine ottobre, ha lasciato il posto tra le polemiche.
"Ci sono state pressioni e interferenze tali da diventare minacce alla mia casa e alla mia famiglia", ha detto nell'ultima conferenza stampa, in lacrime. Secondo un deputato locale del partito d'opposizione la moglie dell'ex primo cittadino sarebbe stata fermata e poi rilasciata dalle autorità. L'Akp ha negato ogni accusa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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