Sono bastati 6,5 centesimi di aumento sul gasolio per risvegliare il demonio antisemita francese, che non pago del clima d'odio generato dagli islamici si è impossessato anche dei gilet gialli. E come se non bastassero islamisti e questi novelli rivoluzionari ad aggiungersi al coro non potevano mancare le simulazioni di buone intenzioni della sinistra radicale francese, che se da un lato condanna l'antisemitismo, dall'altra sottolinea che non rinuncerà al suo diritto a deplorare l'operato del governo israeliano. In soldoni ribadisce la sua opposizione all'esistenza dello stato ebraico, dove il 20% degli ebrei francesi ha fatto ritorno negli ultimi anni proprio per fuggire a questa recrudescenza d'odio cui né Macron né il suo predecessore hanno posto rimedio.
L'incremento di immigrazione islamica ha favorito un fenomeno che è alla base di ogni discriminazione: cambiando notevolmente le proporzioni tra le etnie si è accentuata la divisione all'interno della società e il gruppo islamico forte della sua numerosità ha cominciato a categorizzare l'altro come il nemico debole da poter finalmente eliminare. L'antisemitismo dei gilet gialli è assimilabile a quello di tutti gli europei che guardano con sospetto all'ingresso dei migranti. Favorire il proprio gruppo di appartenenza è fisiologico e risponde al bisogno di confermare l'autostima per la propria identità sociale. Se il mio gruppo d'appartenenza è migliore del suo anche io sarò migliore di lui. Se l'individuo che si confronta con il diverso manca di autostima il bisogno di attribuire al proprio gruppo una superiorità sarà finanche maggiore. Ma per attivarsi una discriminazione che genera violenza deve sussistere un'altra condizione: il bisogno fondamentale di certezze.
L'incertezza soggettiva su credenze, sentimenti e percezioni che sono il frutto di norme sociali condivise da secoli non può venir meno senza che i singoli siano assaliti dalla paura di perdere la propria realtà. L'altro con il suo sistema di valori diventa un pericolo quando lo Stato non garantisce ai cittadini il rispetto dei loro diritti e della loro cultura.
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