Aprite il Milione di Marco Polo e troverete Zartom

Benvenuti a Zartom, nel porto del mondo, porta della via della seta, crocevia di uomini, mercanti e fedi, patrimonio dell’Unesco che oggi si chiama Quanzhou

Aprite il Milione di Marco Polo e troverete Zartom

“E quando si sono fatte quelle cinque giornate [di cammino] si arriva ad una città chiamata Zartom grande e nobile. Qui c’è il porto in cui convergono tutte le navi dell’India cariche di merci costose e di qualità rara, gemme di gran prezzo e perle grosse e stupende ... Questo è uno dei maggiori porti del mondo per movimento di mercanzie.” La Zartom (dall’arabo Madinat al Zaitun) descritta da Marco Polo è l’odierna città di Quanzhou: grande e magnificanelle epoche Song e Yuan, essa godeva, insieme ad Alessandria d’Egitto, dell’appellativo di “maggiore porto dell’Oriente”. In qualità di unico punto di partenza della Via della Seta Marittima riconosciuto dall’Unesco, Quanzhou è stata testimone della prosperità del commercio marittimo mondiale e
dello splendore dell’integrazione innovativa della cultura tradizionale cinese con la cultura mondiale. All’inizio delle dinastie Song e Yuan Quanzhou era diventata uno dei porti più frequentati del mondo: da lì partivano le rotte verso 64 paesi e regioni.

Il raccondo di Marco Polo

Negli anni 1290-1291, viaggiando nella zona che oggi corrisponde all’attuale provincia del Fujian, Marco Polo visitò più volte Zartom, di cui descrisse l’imponente scena del porto, frequentato da centinaia di navi commerciali e colmo di mercanzie. Quale punto di partenza della Via della Seta Marittima, da Zartom venivano esportate grandi quantità di merci pregiate, quali seta, tè, porcellane e spezie (tra cui il pepe), mentre tesori rari e preziosi provenienti dall’Occidente raggiungevano l’entroterra cinese grazie ai mercanti stranieri arrivati a Zartom. Ancora oggi, il porto di Quanzhou è un importante hub del Sud della Cina e il suo entroterrasi distingue per l’alto livello di sviluppo economico. La prosperità del commercio arricchì Quanzhou di una cultura multiforme grazie a mercanti indiani, arabi e occidentali che portarono ciascuno usi, nozioni tecnico-scientifiche e fedi religiose. Attualmente, nel centro della città vecchia e lungo la via Tumen (lunga 1005 metri) è possibile visitare alcuni beni culturali della Via della Seta Marittima, ben tredici siti architettonici delle epoche Song e Yuan appartenenti a culture e a religioni diverse, ed è il motivo per cui Quanzhou è stata definita dall’Unesco un “Museo mondiale delle religioni”. La costruzione della Moschea Qingjing (Masjid al-Ashab) è prova della prosperità degli scambi commerciali di Quanzhou, punto di partenza della Via della Seta Marittima. All’epoca i mercanti che frequentavano il porto di Zartom erano soprattutto arabi e indiani ed è possibile ancora oggi individuare le numerose tracce lasciate dalle rispettive religioni.

La Moschea Qingjing, eretta da mercanti arabi nell’anno 1009 (all’epoca dei Song settentrionali), è la più antica moschea rimasta in Cina; il sito della Sala Fengtian, sede originale dei riti religiosi, doveva contenere una magnifica cupola, crollata a causa di un terremoto. Dalle rovine di muri, portali e colonne è ancora possibile intuire lo stile architettonico islamico. Il Tempio Kaiyuansi, all’esterno della porta Ovest della città vecchia, vanta una storia di oltre 1300 anni e potrebbe essere stato visitato da Marco Polo durante la sua permanenza a Quanzhou. Il tempio, con una superficie di 70.000 metri quadrati, ospita il maggiore gruppo di architetture buddiste della provincia del Fujian ed è il più grande e importante monastero di Quanzhou delle epoche Song e Yuan. Dalla base della terrazza della sala principale emerge una rara decorazione di leoni dal volto umano di matrice induista, ennesima testimonianza di ibridazioni culturali. Oggigiorno i ponti che attraversano le baie sul mare sono realtà comuni. Un migliaio d’anni fa, al tempo dei Song settentrionali, in condizioni tecnologiche arretrate, i nostri avi eressero il primo ponte sul mare del mondo, considerato ancora un’opera meravigliosa e unica: il ponte Luoyangqiao. E’ uno dei quattro famosi ponti dell’antica Cina, attraversa una baia sul mare e anche qui Marco Polo potrebbe aver lasciato le sue impronte.

Nel Teatro del Nanyin di Quanzhou, i musicisti, in costume tradizionale, siedono in più file sul palco. Lo spettacolo inizia con il motivo “Loushiming” (tradotto, “nella mia modesta stanza”) il cui ritmo lento e leggero e la cui dolce melodia sono soliti incantare il pubblico. Il Nanyin è una musica cantata nel dialetto Minnanhua ed è una delle forme musicali più antiche della Cina. Nato dalla fusione della musica popolare del sud del Fujian con quella delle pianure centrali, portata dagli emigrati a partire dall’epoca Han, il Nanyin è una forma d’arte tradizionale unica. Non possiamo sapere con certezza se Marco Polo l’abbia mai ascoltato, tuttavia questo tipo di arte millenaria viene considerata un “fossile vivente della musica tradizionale cinese” ed è ancora molto apprezzata dalle comunità cinesi del Sud Est asiatico.

La Zartom descritta da Marco Polo nel suo “Milione” ha subito cambiamenti epocali, ma il fascino di Quanzhou oggi vuole superare le sfide del tempo ed impressionare i visitatori con il suo volto prospero e moderno.

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