La Marina Militare degli Stati Uniti ha ufficialmente iniziato una nuova serie di test reali con la torretta laser da 30 kW di potenza. Il sistema d’arma denominato LaWS (Laser Weapons System) da quaranta milioni di dollari è installato dal 2014 sulla USS Ponce, unità da trasporto anfibio classe Austin. Secondo la Marina Usa, la tecnologia laser è stata progettata per eliminare le minacce asimmetriche come droni, piccoli aerei e motoscafi: potenziali minacce per le navi da guerra Usa presenti nel Golfo Persico. La US Navy prevede l’implementazione delle armi laser sulla flotta a partire dal 2020. L'arma installata sulla USS Ponce da 17.000 tonnellate e gestita dall’Office of Naval Research, utilizza il proprio piccolo generatore per surriscaldare gli obiettivi con un fascio ad alta potenza. L’operatore può affrontare minacce multiple utilizzando una serie di crescenti opzioni: dalle misure non letali fino alla distruzione letale. Quello che è noto come Solid-State Laser-Technology Maturation prevede lo sviluppo di prototipi da combattimento da installare sulle navi della Marina statunitense come le Littoral Combat Ship a partire dal 2020. Oltre ad una maggiore precisione e velocità di fuoco, le armi ad energia conferiscono maggiore sicurezza, poichè non basano la propria potenza sul calibro e dalla polvere da sparo. Fine a quando l’arma riceverà energia, continuerà a sparare. Senza considerare, infine, il costo irrisorio di un colpo laser: poco meno di un dollaro. Precedenti test hanno dimostrato l'efficacia del sistema, distruggendo piccole imbarcazioni abbattendo diversi UAV. Tuttavia il laser tende a perdere efficacia in presenza di cattive condizioni meteo o con turbolenza nell’atmosfera. La Marina sembrerebbe essere riuscita a superare l’incognita maltempo, confermando però la perdita di efficacia del fascio in caso di cielo nuvoloso, precipitazioni o pulviscolo nell’aria.
Le differenti configurazioni laser del Pentagono
Le forze armate degli Stati Uniti desiderano armi laser, ma in differenti configurazioni e per diverse missioni. L’Air Force Research Laboratory conferma progressi costanti nel campo della miniaturizzazione, ipotizzando una prima squadriglia pesante equipaggiata con sistemi ad energia, operativa nel 2023. Il primo sistema offensivo da 300 kilowatt dovrebbe essere pronto tra il 2023 ed il 2025. Nel 2022 è previsto il primo test per un sistema difensivo a lungo raggio da 100 kilowatt.
Entro il 2020 è previsto il primo test della prima piattaforma AC-130 dello Special Operations Command equipaggiata con il sistema HEL (high-energy laser). L’unità laser, due gli AC-130W Stinger II modificati, sarà collocata nella posizione avanzata della piattaforma, inizialmente concepita per ospitare un cannone da 30 millimetri. Posizione ritenuta ideale a causa del flusso d'aria meno disturbato. AFSOC ha già stilato una nuova dottrina di riferimento sull’utilizzo delle armi ad energia diretta per scopi offensivi, mentre il Dipartimento della Difesa è al lavoro per definire tattiche, tecniche e procedure. Lo Special Operations Command ha acquistato 37 cannoniere AC-130.
L’Air Combat Command e l’Air Force Research Laboratory sono al lavoro sullo SHIELD (Self-protected HIgh-Energy Laser Demonstration), al momento dotato di una potenza di 30 kilowatt. Il laser difensivo è alloggiato in un pod esterno, ma non è stato progettato per equipaggiare i velivoli di quinta generazione. Lo SHIELD, infatti, allo stato attuale inficerebbe il profilo a bassa osservabilità dei velivoli come l’F-22 e l’F-35. La tecnologia potrebbe essere implementata sui caccia come l’F-15E Strike Eagle e consentirgli una migliore capacità difensiva contro i missili nemici.Il sistema difensivo SHIELD, che dovrà dimostrare la capacità di auto-difesa delle armi ad energia diretta, sarà testato entro il 2020.
L'aspetto tattico delle armi laser
Rispetto alla USS Ponce da 17.000 tonnellate, l'AC-130J pesa soltanto 82 tonnellate a pieno carico. L'F-15E appena 40. Analizzando il fine tattico dei laser per l'Esercito, il Corpo dei Marine e la Marina, come l’High-Energy Laser Mobile Demonstrator, il Ground-Based Air Defense e il Laser Weapon System, si intuisce che sono stati progettati per fine difensivi. L'obiettivo finale è un sistema ad enerrgia con la potenza e la capacità (quindi la portata) di abbattere i missili balistici e da crociera in arrivo, proteggere una base, unità di terra o una task force navale. Quello dell’Air Force è più aggressivo. L’opzione laser sulla cannoniera AC-130 significherebbe possedere un’arma precisa e distruttiva, molto più letale dei sistemi convenzionali. Colpire un bersaglio con l’energia diretta (in riferimento all’F-15) in un contesto aria-aria, significa colpirlo in millisecondi e non più in minuti. Un missile aria-aria AIM-120 AMRAAM vola a circa 3.000 miglia all'ora, anche se il reale dato è classificato. Un laser, invece, viaggia alla velocità della luce, cioè 186.000 miglia al secondo. Invece di trasportare una mezza dozzina di missili supersonici, un aereo potrebbe sparare centinaia di colpi laser, prima di essere rifornito da un aereo cisterna. In questo modo, la sua missione non sarebbe limitata al carico delle armi. Poiché potrebbero sparare un numero infinito di colpi alla velocità della luce, sarebbero ideali per intercettare le minacce ad alta velocità.
Appare evidente il diverso approccio dell’Air Force rispetto alla Marina ed all’Esercito. Piuttosto che cercare di proteggere una nave, una base o una flotta, l'USAF si concentra sull’auto-protezione del singolo aeromobile.
L'Air Force vorrebbe un sistema multiuso: armi difensive/offensive che possano sparare in modalità a basso consumo per l'auto-difesa, in modalità offensiva non letale (per bruciare sensori o motori) ed, infine, in modalità letale. Parliamo in ogni caso di un add-on e non di un’integrazione nella cellula. L’implementazione dei sistemi ad energia in forma primaria dovrebbe riguardare i velivoli di sesta generazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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