Assange: "Intelligence francese incompetente"

Il fondatore di Wikileaks rigetta le accuse di chi lo ritiene responsabile, insieme a Snowden, delle stragi francesi, per aver danneggiato gli apparati di sorveglianza e spionaggio elettronici occidentali

Assange: "Intelligence francese incompetente"

Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, prende di mira i servizi segreti francesi e li accusa di incapacità. "Il fallimento (dei servizi segreti, ndr) nella strage di Charlie Hebdo - dice Assange dall'ambasciata ecuadoriana di Londra in cui è rifugiato - è così evidente che bisogna porsi delle domande serie". Poi ricorda come gli assalitori fossero dei "ben noti jihadisti" lasciati incontrollati dalla polizia francese". E con malizia si pone un interrogativo: forse non erano controllati perché agivano come "informatori" o per "poterli arrestare pochi secondi dopo l’attacco" per ottenere visibilità sui media e maggiori finanziamenti agli apparati di sicurezza?

Assange rigetta con sdegno le accuse di chi lo ritiene, insieme a Edward Snowden (talpa del Datagate), responsabile delle stragi francesi, per aver danneggiato gli apparati di sorveglianza e spionaggio elettronici occidentali. "La tragedia di Parigi - afferma in un articolo ritwittato dall'account di WikiLeaks - è un altro esempio di come sia necessaria la sorveglianza mirata e competente e non quella di massa". Sarebbe invece la segretezza, secondo Assange, a "provocare corruzione e incompetenza, e i servizi segreti francesi non fanno eccezione a questa regola". Ma gli 007 possono non essere segreti e non lavorare nell'ombra?

"I francesi - prosegue l'australiano - cercano di presentare i killer come super-cattivi per nascondere la propria incompetenza. La realtà è che gli assassini di Charlie Hebdo erano dei principianti senza speranza, che hanno fatto un incidente con l'auto, lasciato le loro carte d'identità, si sono coordinati via telefono e alla fine sono morti. Perdere una dozzina di persone per mano loro è imperdonabile". Uccidere più di dieci persone non è da "superpoteri". Assange lo spiega così: "Qualsiasi idiota è in grado di farlo. L'autore del massacro di Port Arthur, in Australia, un uomo con un quoziente d'intelligenza di 66 (quindi letteralmente un idiota) ha sparato a 58 persone durante diverse ore, semplicemente perché lui era armato e le sue vittime no". E la tragedia a Parigi è il segno di come sia necessaria "una sorveglianza mirata e competente, non una sorveglianza di massa".

E ancora: "Cherif Kouachi era già stato incriminato per terrorismo e condannato a 18 mesi di prigione. Entrambi i fratelli erano sulle liste dei terroristi. E ben lontani dall'idea di criptare i loro messaggi, hanno comunicato per centinaia di volte, prima e durante l'attacco, su normali linee telefoniche. La redazione di Charlie Hebdo aveva già ricevuto minacce, ed era stata oggetto nel 2011 di un attentato dinamitardo dopo aver pubblicato vignette su Maometto". Nonostante tutto questo c'è stato l'attentato.

Un fallimento, per i servizi segreti, talmente grande che bisogna seriamente porsi qualche domanda.

Questi sono i quesiti che si pone Assange: "I due fratelli erano protetti dai Servizi francesi in quanto facenti parte della strategia francese in Siria, Libia e ovunque altro si possano convogliare soldi, armi e militanti in Africa e Medio Oriente? I due fratelli sono stati protetti perché le autorità volevano eseguire uno spettacolare arresto prima dell'assalto a Charlie Hebdo in modo da ottenre più fondi per l'antiterrorismo, ma la situazione è sfuggita di mano? Come mai Charlie Hebdo era protetto in modo così scarso? Come hanno fatto quelle armi semiautomatiche a entrare in Francia e a finire in mano agli jihadisti? E soprattutto, perché è stata tollerata la strategia francese in Siria, Libi e in altre aree dell'Africa nonostante l'inevitabile destabilizzazione, radicalizzazione e le possibili reazioni?".

Sul web circolano già moltissime tesi complottiste. E di certo i quesiti posti da Assange contribuiranno ad alimentarle.

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