Attesa una marea umana per l'arrivo del Papa a Nairobi, ma non manca la paura di Al Shabab

Oltre un milione e mezzo di persone si riverseranno nella capitale del Kenya per la visita del Papa dal 25 al 27 novembre, ma c'è anche il terrore che possa verificarsi un attacco degli jihadisti di Al Shabab

Attesa una marea umana per l'arrivo del Papa a Nairobi, ma non manca la paura di Al Shabab

Mancano solo due settimane a quello che è atteso come un evento storico: il viaggio pastorale di Papa Francesco in Africa. La visita del Pontefice dimostra l'interesse del Santo Padre per il continente africano, per i luoghi dell'oblio e dei conflitti dimenticati, delle guerre confessionali e delle lotte religiose. Il Papa infatti ha già sottolineato la volontà d'incontrare i rappresentanti della comunità islamica e quello che è uno degli obiettivi prioritari del suo viaggio è portare un messaggio di convivenza pacifica e religiosa.

Sino ad oggi la maggior parte delle preoccupazioni sono state riposte nella tappa in Repubblica Centrafricana. Prima volta di un Pontefice in un Paese in guerra e dove il conflitto vede contrapporsi da un lato i cristiani e dall'altro i musulmani. Ma timori ci sono anche per quella che sarà la sua prima meta, ovvero il Kenya.

A Nairobi è previsto l' arrivo di un milione e mezzo di persone per assistere alle funzioni di Francesco durante la sua permanenza dal 25 al 27 novembre. Un marea di fedeli giungerà nella capitale da diverse aree del Paese e saranno migliaia coloro che presenzieranno alla messa del 26. Ma se il Kenya formalmente non è un Paese in guerra, occorre però non dimenticare che è nell'occhio del mirino dei terroristi di Al Shabab. I guerriglieri islamisti somali hanno infatti dichiarato guerra a Nairobi dopo che il Kenya è entrato a far parte della coalizione Amisom. La strage al Westgate e all'università di Garissa sono la prova di come la formazione somala riesca a introdursi nel territorio keniano e a colpire in modo imprevisto e inaudito.

La paura che la formazione jihadista possa effettuare un'azione, è reale.

Il timore è consolidato tra l'altro dal fatto che l'ala militare di Al Shabab, seppur in difficoltà economica e con una crisi interna dovuta alla spaccatura tra sostenitori dell'Isis e di Al Qaeda, ha comunque dimostrato di aver specializzato i propri uomini in azioni mirate. Vere e proprie truppe d'assalto che hanno abbandonato lo stragismo degli attentati per attacchi precisi, atroci, militarmente efficaci e ferocemente impressionanti.

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