Attraverso le rotte dei profughi gli jihadisti raggiungono l'Isis in Libia

Nuovi aspiranti jihadisti si infiltrano tra i profughi che percorrono le rotte clandestine del Sahel e, una volta arrivati in Libia, entrano tra le fila dello Stato Islamico, l'ultimo caso riguarda 30 foreign fighters senegalesi

Attraverso le rotte dei profughi gli jihadisti raggiungono l'Isis in Libia

L'Eldorado della guerra santa non sono più soltanto la Siria e l'Iraq, un nuovo fronte di guerra sta attirando i foreign fighters: la Libia. Il paese nord africano, è divenuto la nuova meta dove i combattenti stranieri affluiscono per allargare le fila del Califfato. Sogni di morte, edonismo dell'orrore, compiacenza della barbarie, il florilegio di crudeltà che come un canto di sirene aveva attirato gli adepti del fanatismo islamista verso per Raqqa e Mosul, oggi invece li sta portando verso le coste libiche.

Era già trapelata la notizia che oltre 200 ribelli di Boko haram ad agosto erano andati nell'ex colonia italiana a combattere, ma adesso, sfruttando la rotta dei profughi, nuovi mujahidin, dall'Africa Sub sahariana raggiungono le trincee del Califfo a Sirte.

L'ultimo episodio è quello reso noto dal magazine Jeune Afrique che ha fatto sapere dell'arrivo in Libia di decine di guerriglieri senegalesi.

La rivista rivela che, sfruttando le rotte clandestine utilizzate dai migranti per raggiungere le coste del Mediterraneo, alcuni aspiranti jihadisti, infiltrandosi tra i profughi, riescono ad arrivare nella regione di Sirte e arruolarsi nell' Isis. Una presenza quella di combattenti stranieri nei ranghi del Daesh che inquieta le autorità di Dakar. Un ministro senegalese, in un'intervista rilasciata sempre a Jeune Afrique, ha infatti dichiarato '' Costituiscono una minaccia, come lo sono tutti i cittadini stranieri che vanno a combattere per lo Stato Islamico e che hanno poi la possibilità di tornare nel loro Paese d'origine''.

Secondo le stime dovrebbero essere circa una trentina i combattenti partiti dal Sengal e diretti in Libia e intanto la minaccia islamista spaventa sempre più l'Africa occidentale.

Dopo gli attacchi a Ougadougou e a Bamako, appurata la presenza dei foreign fighters che si arruolano nelle falangi dell'Isis, viste le costanti azioni di Boko Haram in Nigeria e Cameroun e considerato il proliferare di milizie fondamentaliste; il timore che la guerra santa possa espandersi in diversi stati della regione è estremamente concreto.

Ecco quindi che nelle ultime ore in Niger, Costa D'Avorio, Senegal, Togo, Ciad e Burkina Faso si sono alzati i livelli di allerta e sono state condotte delle operazioni speciali, da parte della polizia, mirate a prevenire e combattere l'incubo del terrorismo.

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