In Bangladesh si è di recente celebrato il primo funerale islamico nella storia riservato a una “prostituta”.
In base a quanto riporta The Independent, nel Paese musulmano è infatti caduto un tabù, con l’ok delle autorità coraniche alla cerimonia religiosa in onore di Hamida Begum, che aveva finora lavorato nel villaggio di Daulatdia, ossia uno dei “più grandi bordelli del mondo”.
La donna, morta per una malattia a sessantacinque anni, offriva infatti prestazioni sessuali, spiega il quotidiano, in un’antica casa di tolleranza, messa su all’epoca del dominio coloniale britannico, situata nel distretto di Rajbari, a cento chilometri a ovest della capitale Dacca.
La prostituzione, precisa la testata online, è legale nella nazione asiatica, ma finora nessun funerale religioso era stato mai accordato dal clero maomettano a beneficio di meretrici defunte. Queste ultime, poiché tacciate di immoralità, sono state appunto sempre seppellite in fosse comuni o gettate nei fiumi.
A determinare la fine dello storico tabù hanno contribuito, evidenzia il giornale londinese, le pressioni esercitate da alcune “colleghe” della Begum verso degli ufficiali della polizia locale.
Su impulso di tali forti esortazioni, Ashiqur Rahman, un ufficiale delle forze dell’ordine, ha alla fine deciso di persuadere un imam ad autorizzare, per la prima volta nella storia, una cerimonia funebre islamica nei riguardi di una prostituta.
Rahman avrebbe convinto il chierico, inizialmente refrattario all’ipotesi di concedere esequie religiose alla Begum, con le seguenti parole, citate sempre da The Independent: “Mi sono precipitato da lui e gli ho chiesto perché non poteva farlo. Chi siamo noi per giudicare i peccati e i meriti delle persone morte? Questo spetta solo all’Onnipotente”.
Alla fine, concesso da tale imam il nulla-osta alla celebrazione del funerale islamico, la cerimonia sarebbe stata caratterizzata da una consistente partecipazione popolare. Oltre duecento persone, sottolinea l’organo di informazione d’Oltremanica, avrebbero infatti presenziato alla funzione, mentre addirittura più di quattrocento avrebbero preso parte ai riti post-esequie.
Soddisfazione per la fine dello storico tabù musulmano è stata espressa dai figli della prostituta, Laxmi e Mukul Sheikh. La prima, riporta il giornale britannico, ha esultato affermando: “Non avrei mai creduto che, un giorno, mia madre avrebbe ricevuto un estremo saluto così onorevole. Lei è stata finalmente considerata un essere umano”.
Il figlio della defunta ha invece annunciato che si batterà affinché il diritto a un funerale religioso venga riconosciuto anche ad altre “colleghe” della madre.
Il trattamento riservato alla Begum è stato pubblicamente elogiato, fa sapere la testata, anche da una rappresentante delle donne impiegate nelle case di tolleranza
locali:“Abbiamo finalmente ottenuto il riconoscimento dei nostri diritti quali esseri umani, cittadine di questo Paese e componenti della sua società. Abbiamo finalmente conquistato la libertà dopo tanti anni di attesa”.
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