Emergono dal racconto di chi alla strage di Dacca è sopravvissuto nuovi dettagli inquietanti sull'attacco messo in atto in Bangladesh dai terroristi del sedicente Stato islamico, durante il quale venti persone sono morte, tra cui nove italiani.
Secondo chi si trovava all'Holey Artistan Bakery, nell'enclave diplomatica di Gulshan, i terroristi avrebbero sequestrato i telefonini degli ostaggi, chiedendo loro di inserire le loro password, per poi utilizzarli per comunicare con qualcuno all'esterno.
L'intento dei killer, dicono ancora i sopravvissuti, era quello di far "uscire" le fotografie del massacro compiuto nel ristorante di Dacca, che sono poi stati postate e condivise dalla macchina della propaganda jihadista, diffuse sui social network e sui canali di comunicazione dell'Isis.
Soggetti a una caccia continua su twitter e su piattaforme di messaggistica come Telegram, i jihadisti hanno vita molto più difficile
rispetto a un anno fa. Ciononostante i loro account continuano a riemergere, spesso chiusi nel giro di poche ore o pochi giorni, ma non abbastanza in fretta perché il materiale propagandistico non trovi il modo di diffondersi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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