Sono state in totale 500.000 le persone che hanno manifestato contro il terrorismo a Barcellona a 9 giorni dall'attentato di una cellula terroristica di Isis, che ha ucciso 13 persone (15 inclusa la vittima uccisa dal killer Younes Abouyaaqou per darsi alla fuga, ed una a Cambrils, covo del gruppo) al grido di "No tinc por" (Non abbiamo paura, in catalano) e "no all'islamofobia". Manifestazione "sporcata", scrive 'El Pais', dagli indipendentisti catalani (il primo ottobre si terrà un referendum illegale per la secessione di Madrid) che pur di contestare il re Felipe VI ed il premier Mariano Rajoy, che hanno marciato al fianco dei ministri e del presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemont, dal sindaco Ada Colau hanno guastato l'atmosfera di unità che gli organizzatori della marcia volevano trasmettere al mondo. Fischiati sia il sovrano che il premier. La marcia è stata aperta non dalle auorità ma dai medici, i sanitari e le forze dell'ordine e i commercianti della Ramblas, l'arteria colpita a morte dal 22enne marocchino Younes Abouyaaqoub che alla guida di un furgone ha seminato morte tra le migliaia di turisti lo scorso giovedì, 17 agosto. La maggior parte aveva una rosa in mano, gialla per le autorità. Questa di oggi è stata per numero di partecipanti non la terza più grande manifestazione a Barcellona. Una volta ad unire tutti, catalani e castigliani, c'era il comune nemico del terrorismo basco del'Eta. Il 22 giugno 1987 in 700.000 manifestarono contro l'attentato al centro centro commerciale Hipercop del capoluogo catalanao che causò 21 morti. Il 23 novembre 200 furono 900.
000 le persone che condannarono l'assassinio ad opera sempre dei terroristi baschi del ministro della Salute del primo governo socialista (1982-1996), Ernest Lluch, catalano, nato a Vilassar del Mar nella provincia di Barcellona. (- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.