Il tono, va detto da subito era ironico. Non si possono non leggere in questa chiave le parole con cui Emmanuel Macron ha esordito nel proprio intervento alla riunione dei deputati di En Marche, parlando dell'ormai famoso "affaire Benalla", il collaboratore dell'Eliseo licenziato dopo la pubblicazione di un video in cui lo si vedeva, mascherato da poliziotto, mentre picchiava alcuni manifestanti alle dimostrazioni parigine del 1 maggio.
Da allora tutta la Francia non fa che parlare di questo misterioso bodyguard, di cui non sono ancora chiari né le mansioni né i privilegi e su cui in molti hanno iniziato a mormorare, dando vita anche alle voci più fantasiose. Assemblea Nazionale e Senato nel frattempo hanno avviato un'inchiesta parlamentare.
Per questo il presidente ha aperto l'incontro con i parlamentari del suo partito con una excusatio non petita dal sapore chiaramente autoironico: "Alexandre Benalla non ha mai tenuto i codici nucleari, non ha mai occupato un appartamento di 300 metri quadri, non ha mai avuto uno stipendio di 10.000 euro, Alexandre Benalla non è il mio amante".
Da giorni il capo dello Stato si è chiuso in un imbarazzato silenzio mentre sugli organi di stampa si rincorrono le illazioni sui rapporti professionali fra Macron e il bodyguard, a cui vengono attribuite prerogative eccezionali e addirittura un appartamento di rappresentanza. I sondaggi evidenziano che 8 francesi su 10 sono "choccati" dall'accaduto e tutti vorrebbero maggiore trasparenza da parte di un Eliseo che finora ne ha offerta ben poco.
Ora il presidente prova a metterci una pezza parlando di "delusione e tradimento" ma assumendosi l'intera responsabilità dei fatti del 1 maggio perché "sono io che ho
dato fiducia a Benalla" e promettendo "profonde ristrutturazioni" nella macchina della Presidenza. Nel frattempo i repubblicani hanno annunciato di voler depositare una mozione di censura contro il governo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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