Berlino, la beffa: "Se attentato fatto col tir, niente risarcimento"

Una legge del 1976 esclude le vittime di Berlino dai risarcimento. La rivolta delle associazioni: "Norma assurda"

Berlino, la beffa: "Se attentato fatto col tir, niente risarcimento"

Non ci sarà alcun risacimento per i feriti e per le famiglie delle vittime della strage di Berlino. Se Anis Amri ha tolto loro la vita e la gioia del Natale, la burocrazia gli toglierà pure il briciolo di sostegno che può dare un risarcimento.

In Germania, infatti, è in vigore una legge del 1976 sui "risacimenti alle vittime di atti di violenza" che al comma 11 è lapidaria: le disposizioni non si applicano ai danni provocati da un aggressore che abbia agito "usando un automezzo o un rimorchio". Vai a capire perché.

Secondo quanto scrive La Stampa, in Germania sarebbe già scoppiata la polemica. A protestare è Roland Weber, delegato di Berlino per la difesa degli interessi delle vittime di reati violenti, che chiede da tempo una riforma della legge. Le famiglie delle vittime potranno allora godere solo delle "prestazioni dell’Ufficio federale della Giustizia per le vittime di attentati terroristici" oppure di "un fondo per le vittime di incidenti stradali". E visto che già esiste questo fondo, negli anni '70 il Parlamento tedesco pensà di separare escludere dalle cause di "morte violenta" gli omicidi commessi con mezzi di trasporto. Probabilmente non si immaginava che nel 2016 Anis Amri avrebbe fatto una strage guidandi un tir.

Il problema è che a differenza dei risarcimenti alle vittime di atti di

violenza, il fondo per gli incidenti stradali ha un massimale di spesa: 7,5 milioni di euro. Qualsiasi sia il numero delle vittime. Per fortuna il ministro del Lavoro ha già promesso che se necessario verrà cambiata la legge.

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