Il boicottaggio delle Olimpiadi e il “teatrino delle parole”

Gli Stati Uniti hanno annunciato un “boicottaggio diplomatico” dei Giochi olimpici di Beijing 2022. Perchè questo atteggiamento mina la cooperazione internazionale

Il boicottaggio delle Olimpiadi e il “teatrino delle parole”

Senza ancora aver nemmeno ricevuto un invito alle Olimpiadi Invernali di Beijing 2022, gli Stati Uniti hanno dichiarato un “boicottaggio diplomatico” dei Giochi. Proprio come il “summit di democrazia”, che si terrà a breve, questa è un altra messinscena politica piena di malafede e figlia di calcoli ben precisi.

Olimpiadi e democrazia

Gli Stati Uniti hanno rifiutato di firmare la risoluzione sulla tregua olimpica della 76esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, sponsorizzata congiuntamente da 173 Stati membri, dichiarando di voler attuare un “boicottaggio diplomatico” delle Olimpiadi. Questo comportamento viola gravemente il principio di “neutralità politica dello sport” sancito nella Carta Olimpica, ed è in contrasto con il motto olimpico “together”. Il CIO, in una sua dichiarazione, ha affermato che le Olimpiadi e la partecipazione alle Olimpiadi da parte degli atleti sono al di sopra della politica. Sebastian Coe, presidente di World Athletics, ritiene che il “boicottaggio diplomatico” non abbia senso e sia molto dannoso.

L’8 dicembre, ora locale, molti media statunitensi hanno pubblicato commenti riguardanti il “Summit sulla democrazia” organizzata dall’amministrazione Biden, mettendo in dubbio il ruolo effettivo di tale vertice, e se gli Usa siano o meno qualificati per presiedere tale vertice in un momento in cui la loro democrazia sta sperimentando scontri e contraddizioni senza precedenti. Alcuni media hanno anche affermato che il "Vertice sulla democrazia" potrebbe riportare gli Stati Uniti all'era della Guerra Fredda, facendo pagare al Paese un prezzo enorme.

Il Washington Post scrive che mentre l'amministrazione Biden sta cercando di redimersi, non ha uno scopo chiaro nei suoi preparativi per il vertice. Su Foreign Policy si può leggere un commento che afferma l’attuale impossibilità di confermare se il “Summit sulla democrazia” sarà o meno solo una sorta di “teatrino delle parole" con slogan vuoti e nessun contenuto sostanziale. "Foreign Policy" ritiene che la disputa tra i due maggiori partiti politici statunitensi riguardo la legittimità delle elezioni presidenziali e le violenzeverificatesi in Campidoglio abbiano danneggiato l'immagine della democrazia negli Stati Uniti. Su The Nation c’è un articolo sull’operato dell’amministrazione Biden che afferma che essa, con un costo enorme, riporterà gli Stati Uniti all'era della Guerra Fredda.

Il sistema politico americano

Ma Kaishuo, illustre personalità dell'Istituto di Studi Asiatici dell'Università Nazionale di Singapore ha affermato in una recente intervista che "gli Stati Uniti sono un paese governato dai ricchi, non una democrazia". In realtà non è un segreto che negli Stati Uniti la "democrazia" è al servizio dei ricchi e il denaro serve per ottenere potere. Come sottolineato da un think-tank cinese nel suo rapporto "Dieci domande sulla democrazia americana" pubblicato il 6 dicembre, con il pretesto della “democrazia”, i ricchi ottengono quello che vogliono.

Ci sono molti fatti che dimostrano come la politica americana dipenda di fatto dal denaro, che attraversa tutti gli aspetti delle elezioni, della legislazione e del governo. Per esempio, in accordo ad un’indagine, il 91% delle elezioni presidenziale americane sono vinte dai candidati che ottengono il maggiore sostegno finanziario. Nel 2020, 6,6 miliardi di dollari sono spesi per le elezioni. Ovviamente, la democrazia americana è un “gioco esclusivo per ricchi” fondato sul capitale.

Quando i politici americani si prostrano sotto i piedi del denaro, il potere nelle loro mani sarà inevitabilmente al servizio dei pochi ricchi che possiedono il capitale. Secondo uno studio condotto nel 2014 dalla Princeton University e dalla Northwestern University, su quasi 1.800 provvedimenti politici, la quasi totalità è stata avanzata dai ricchi e da gruppi di interesse che rappresentano le grandi aziende, mentre la gente comune ha avuto un'influenza quasi zero sul processo decisionale.

La democrazia americana di oggi garantisce veramente i diritti fondamentali degli americani come la sopravvivenza, la vita e l'istruzione? Alla fine del 2020, più di 50 milioni di americani soffrono di denutrizione, con un aumento di quasi il 50% rispetto al 2019. Oltre 220 mila persone dormono per strada. Data l'inerzia dei politici, la disoccupazione, la povertà, la violenza domestica e l'abuso di droghe sono le cause dirette della mancanza di una casa per un gran numero di americani.

Quando la politica dei soldi è diventata un tumore difficile da estirpare nella società americana, è davvero ironico che il governo degli Stati Uniti abbiano il coraggio di organizzare il cosiddetto "Summit sulla Democrazia". Inoltre, recentemente alcune personalità europee hanno ancheespresso la loro opinione in merito al Summit sulla democrazia organizzato dagli Usa. Secondo questi esperti, il Summit sulla democrazia è strumento Usa per dare vita a coalizioni dirette contro altri e creare maggiore divisione. La convocazione di questo summit rappresenta dunque un’azione che non rispetta il principio secondo cui la comunità internazionale dovrebbe affrontare unita le sfide.

Fabio Massimo Parenti, professore associato di studi internazionali presso l’Istituto “Lorenzo de’ Medici” di Firenze, ha detto che è necessario provare “a decifrare il senso del summit virtuale per “la democrazia” che si terrà tra pochi giorni”. Parenti ha quindi proseguito nella sua analisi: “Promosso dagli Usa di Biden, il summit riecheggia lo slogan che il presidente americano ha utilizzato fin dall’inizio del suo mandato: L’America è tornata ed è pronta a guidare il mondo”. Contrapponendo paesi democratici e autocrazie, paesi che difenderebbero e paesi che violerebbero i diritti umani. Irresponsabilità, arroganza, debolezza, paura e autoritarismo crescente: ecco le ragioni sottostanti la controversa iniziativa statunitense, come ha sottolineato ancora il professor Parenti.

L’importanza della cooperazione

Pelagia Karpathiotaki, esperta greca di relazioni internazionali, ha affermato che l’umanità sta affrontando una grande sfida, e che la proposta di Joseph Biden non offrirà alcun contributo all’unione tra gli Usa e i suoi paesi vicini e danneggerà ulteriormente la stabilità del sistema internazionale.

Agnieszka Wu-Skawińska, presidente dell’Associazione Nazionale Polonia-Cina, ha affermato che le azioni degli Stati Uniti, con l’intento di creare divisioni e di portare la democrazia in qualunque luogo essi disiderino, non favoriranno la salvaguardia della pace mondiale e la ripresa dell’economia.

Carlos Martinez, scrittore e commentatore britannico, nonchè uno dei creatori dell’iniziativa internazionale "No Cold War” ha detto che attualmente esistono molte sfide da affrontare per tutti i Paesi del mondo. È necessario intensificare una stretta cooperazione tra i Paesi, piuttosto che evidenziare divisioni e opposizioni. Il cosiddetto “Summit sulla democrazia” convocato dagli USA è destinato a fallire. Lo stesso Carlos Martinez ha detto che guardando la Cina, la sua “democrazia popolare in tutto il processo” significa che tutto il popolo può esercitare congiuntamente i propri diritti politici. Egli ritiene che, rispetto ai governi occidentali, attraverso questo concetto il governo cinese possa soddisfare meglio le esigenze del popolo.

Negli Stati Uniti, le questioni razziali, il divario ricchi-poveri, la violenza con armi da fuoco, le lacerazioni sociali e altri problemi hanno a lungo afflitto la società. Secondo l’ultima indagine resa nota dall’Università di Harvard, solo il 7% dei giovani del Paese ritiene che il sistema democratico americano funzioni bene.

Adducendo la democrazia come pretesto, gli Stati Uniti hanno interferito più volte negli affari interni degli altri paesi, compromettendo la stabilità regionale e minacciando la sicurezza

internazionale. È stato dimostrato più volte, dall'Iraq alla Siria fino all'Afghanistan, che la promozione forzata della propria "democrazia" da parte degli Stati Uniti non porta al mondo pace e prosperità, ma disordini e disastri.

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