Michel Temer resta in carica. I giudici del Tribunale superiore elettorale del Brasile, con una maggioranza risicata di 4 voti a favore contro 3, hanno deciso di non mettere sotto accusa il capo di Stato per le presunte irregolarità nel finanziamento della campagna elettorale per le presidenziali del 2014.
A fare la differenza è stato il voto del giudice Gilmar Mendes, secondo il quale il tribunale ha raggiunto una decisione "responsabile" nell'interesse della stabilità del sistema politico del Paese. Il verdetto ha infatti evitato al Brasile la seconda crisi istituzionale in meno di un anno, dopo l'impeachment di Dilma Rousseff, rimossa lo scorso agosto dall'incarico di presidente perché accusata di aver violato le leggi sul bilancio.
Il tribunale ha rilevato che le accuse di reati elettorali mosse contro Temer e Rousseff sono inconsistenti, sebbene abbiano innescato una ondata di proteste che nelle ultime settimane hanno scosso il paese.
L’inchiesta ha al centro la rete di corruzione interna a Petrobras, la compagnia petrolifera statale, che secondo un imprenditore avrebbe sborsato milioni di dollari per garantire il successo dei due. Il mandato di Temer scadrà alla fine del 2018.
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