Brexit, cos'è il "proroguing": l'atto con cui Johnson ha sospeso il Parlmento

È nelle normali facoltà del primo ministro britannico suggerire alla Regina di sospendere le attività parlamentari. Ma a far discutere è la lunghezza dello stop chiesto a ridosso della scadenza per la Brexit

Brexit, cos'è il "proroguing": l'atto con cui Johnson ha sospeso il Parlmento

"Proroguing". È questa la mossa con la quale il premier conservatore Boris Johnson vuole neutralizzare le opposizioni e traghettare la Gran Bretagna fuori dall’Ue il prossimo 31 ottobre, con o senza un accordo con l’Unione Europea.

Si tratta di un atto con il quale una sessione parlamentare viene interrotta per un determinato periodo. La proroga è appunto il lasso di tempo che separa la fine della sessione con l’inizio di quella successiva. Una pausa decisiva, in questo caso, per scongiurare la calendarizzazione di una mozione di sfiducia o l’adozione di una legge che impedisca il divorzio con Bruxelles nella data fissata dai 27.

Non è uno scioglimento delle Camere, ma un break che di solito viene richiesto all’inizio di un nuovo esecutivo per consentire alla Regina di pronunciare un discorso inaugurale che definisca le linee guida dell’azione del nuovo governo. Quella di suggerire a Sua Maestà di sospendere i lavori parlamentari, quindi, rientra tra le normali prerogative del primo ministro. Anzi, a ben vedere risulta essere un’eventualità abbastanza comune.

Ma a far discutere, in questo caso, è la durata dello stop: 23 giorni lavorativi che, a meno di due mesi di distanza dalla data fatidica, sono una richiesta che appare finalizzata proprio a soffocare il dibattito politico sul futuro della permanenza della Gran Bretagna all’interno dell’Unione Europea. Se è vero che non esiste una norma che disciplina la lunghezza della proroga, l'intervallo chiesto da Johnson sembra spropositato se confrontato con il precedente del 2014, quando le Camere si fermarono per 13 giorni, o con quello del 2016, quando i giorni di chiusura furono soltanto quattro.

Il punto è che durante la proroga le attività dei deputati, dai dibattiti, alla presentazione delle mozioni, alla votazione di nuove norme, sono congelate. Per questo motivo sarà molto difficile per i rappresentanti dell’opposizione, nella settimana che separa l’apertura dei lavori dalla data stabilita per l’uscita dall’Ue con o senza accordo, varare un provvedimento che mitighi gli effetti di una hard Brexit.

Chiedere una proroga dei lavori parlamentari in un momento così delicato per la vita politica del Paese, nota la Bbc, significa anche trascinare la regina all’interno della disputa tra i sostenitori della Brexit e quelli del remain.

La scelta di Elisabetta II di non opporsi alla richiesta arrivata dal numero 10 di Downing Street, tuttavia, è in linea con le convenzioni della Costituzione britannica. Per questo il Consiglio privato di Sua Maestà, riunito nel castello di Balmoral, ha ufficializzato lo stallo dei lavori parlamentari fino al prossimo 14 ottobre.

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