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Bruxelles, identificati due kamikaze

I fratelli El Brakraoui, di Bruxelles, sono stati identificati tra i presunti kamikaze dell'attentato all'aeroporto di Zaventem

Bruxelles, identificati due kamikaze

Sono quattro i terroristi coinvolti negli attentati di ieri a Bruxelles: tre sono morti da kamikaze, il quarto - l’uomo con il cappello nella foto diffusa dalla polizia - è in fuga. Lo ha spiegato il procuratore federale belga Frederic Van Leuw. Dei tre kamikaze, solo due sono stati identificati: si tratta dei fratelli Bakraoui, Ibrahim che si è fatto esplodere all’aeroporto Zaventem e Khalid che invece si è ucciso nella metropolitana. Il secondo kamikaze dell’aeroporto invece è Najim Laachraoui che era già ricercato perché ritenuto l'artificiere degli attentati del 13 novembre a Parigi. Un altro uomo è in fuga mentre un sospetto è stato fermato ad Anderlecht.

I due, Khalid e Brahim erano noti ai servizi di polizia come esponenti della criminalità e non per fatti legati al terrorismo. Uno dei due, Khalid, aveva preso in affitto sotto falsa identità l'appartamento del 60 rue du Dries a Forest dove si era verificata la sparatoria con la polizia. Intanto dopo gli attentati di Bruxelles, la polizia ha chiesto di diffondere un avviso riguardante l'identificazione dei tre sospetti ripresi dalle telecamere di sorveglianza dell'aeroporto di Zaventem poco prima degli attacchi. Nell’appartamento perquisito ieri nel quartiere di Schaerbeek a Bruxelles è stato trovato un arsenale per confezionare ordigni esplosivi: in particolare 15 kg di esplosivo di tipo Tatp, 150 litri di acetone, 30 litri di acqua ossigenata, detonatori, una valigia piena di chiodi e viti e altro materiale. Lo ha detto il procuratore belga Frederic Van Leuw. Il Tatp - che si confeziona proprio con acetone e altri agenti chimici di facile reperibilità - è lo stesso utilizzato negli attentati di Parigi.

A dare preziose informazioni agli inquirenti diverse ore dopo le esplosioni a Zaventem è stato il tassista che ha portato all'aeroporto almeno una parte del commando di terroristi. L'uomo ha soprattutto comunicato alle forze dell'ordine che il numero di bagagli trasportato dai clienti non corrispondeva agli ordigni esplosi. Questo ha immediatamente fatto scattare le ricerche nello scalo con il ritrovamento successivo di un ordigno non esploso poi neutralizzato dagli artificieri. L'uomo inoltre ha potuto fornire l'indirizzo di Scharbeek dove aveva prelevato i suoi passeggeri consentendo così le perquisizioni che hanno portato al ritrovamento di sostanze chimiche e di un ordigno esplosivo contenente chiodi. Non tutti i bagagli erano stati imbarcati dal tassista perché nell'auto non c'era più posto, si legge sul sito della Derniere Heure. Oltre al taxi l'inchiesta si focalizza su altri due veicoli che sarebbero stati usati dal commando, una Renault Clio e un'Audi nera S4.

I sospetti terroristi di Bruxelles si sarebbero serviti di almeno tre auto per commettere il doppio attentato. I sospetti non hanno raggiunto l'aeroporto internazionale di Zaventem a Bruxelles in treno, ma in automobile. La Derniere Heure cita a conferma di questo la testimonianza alla polizia del tassista che li ha trasportati fino allo scalo.

Subito dopo gli attacchi, diversi testimoni hanno evidenziato la presenza di un veicolo Audi scuro con tre o quattro individui all'interno. Secondo i media, l'ultima auto apparterebbe a un 22enne di Limburgo, in provincia di Liegi, che ha solo 22 anni, sotto osservazione dallo scorso anno.

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