Sembra procedere a marcia indietro il percorso della Turchia, che su temi come "la libertà d'espressione e di assemblea" di certo non si sta facendo notare in positivo. Lo sostiene l'Unione Europea, che nel rapporto della Commissione sull'allargamento non manca di farlo notare nel capitolo dedicato al Paese.
Sono "importanti passi indietro" quelli a cui si è assistito negli ultimi mesi. Un serio rimprovero contenuto in un rapporto appena pubblicato, ma di cui già si era discusso, per una tempistica che faceva pensare a un trattamento di favore dovuto alle elezioni che si sono tenuto lo scorso 1 novembre in Turchia.
Se da Bruxelles si riconoscono "progressi notevoli" nella tutela di diritti e libertà fondamentali, i 28 tuttavia non mancano di criticare le "gravi carenze" che ancora rimangono e i "procedimenti penali in corso e nuovi contro giornalisti, scrittori o utenti dei social media, l'intimidazione di giornalisti e media e le azioni che limitano la libertà".
A preoccupare l'Unione Europea non c'è soltanto un sostanziale disprezzo per la libertà d'espressione da parte del governo di Ahmet Davutoğlu, ma pure la questione sicurezza e un "grave deterioramento" dovuto alla campagna contro il Pkk curdo, considerato organizzazione terroristica tanto dalla Turchia quanto dall'Ue, ma anche al recente attentato di Ankara, il più grave nella storia repubblicana.
Le autorità hanno intanto aumentato le misure di sicurezza, in vista del prossimo G20 di Belek, nella provincia di Antalya.
Inadeguato, secondo il rapporto dell'Ue, anche "il curriculum nella lotto alla corruzione", migliore il tema delle politiche economiche e monetarie, in un quadro in cui, tuttavia, la potenziale adesione del Paese alla Unione Europea è di fatto congelato dal dicembre 2006. Il commissario Johannes Hahn sottolinea tuttavia come su alcuni temi, come quello "dei flussi migratori", la collaborazione stia funzionando.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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