Il buco nero di Obama

Gli Usa nella morsa della guerra civile tra razze: omicidi, proteste e arresti. Il gap sociale non è stato colmato: Obama ha fallito

Il buco nero di Obama

Gli Stati Uniti piombano ancora una volta in una guerra civile tra razze. Il primo presidente di colore nella storia degli Stati Uniti ha fallito nella missione più importante della sua agenda: abbattere le distanze razziali negli Usa. La polizia che apre il fuoco e uccide due uomini di colore e il cecchino nero che spara e uccide 5 agenti fotografano una situazione fuori controllo che di fatto sottolinea l'incapacità dell'amministrazione Obama nel sanare le ferite del passato. Nessun gap sociale è stato colmato in quasi otto anni di permanenza da parte di Obama alla Casa Bianca. Le differenze sociali sia sul piano dell'occupazione sia sul piano dell'istruzione sono rimaste invariate.

E così continuano le proteste contro l'uccisione di due uomini di colore in numerose città degli Stati Uniti, con numerosi arresti, tafferugli e feriti in scontri tra polizia e manifestanti. Marce si sono tenute anche ieri nelle principali città del Paese: sabato è stato il terzo giorno di proteste dopo l'uccisione, martedì, di Alton Sterling, 37enne, freddato dalla polizia di Baton Rouge, e quella di Philando Castile, 32enne, in un sobborgo di St Paul in Minnesota. Sabato sera, centinaia di manifestanti hanno bloccato la I-94, importante arteria che collega Minneapolis e St. Paul. Dopo l'ordine di dispendersi sono state lanciate pietre e bottiglie verso la polizia, con almeno cinque agenti feriti. Sono stati utilizzati fumogeni. I manifestanti sul posto hanno riferito che la polizia ha usato anche proiettili di gomma e lacrimogeni. Marcia anche a Baton Rouge, con tafferugli tra polizia in tenuta antisommossa e attivisti Black Panther, molti dei quali avevano con sé fucili da caccia. Trenta sono stati arrestati, tra cui l'attivista ed ex candidato sindaco di Baltimora Deray McKesson. Proteste anche a Nashville. I manifestanti hanno bloccato per breve tempo una strada, e a Indianapolis. Una manifestazione a San Francisco ha brevemente bloccato una rampa autostradale, secondo i media locali. Centinaia di manifestanti hanno marciato dal municipio a Union Square a New York. La polizia di New York ha detto di aver arrestato una dozzina di manifestanti per aver bloccato un'arteria principale della città. Fredda cronaca di una guerra civile.

Gli Stati Uniti adesso fanno i conti nuovamente con la questione razziale e il presidente Barack Obama ammette: "Afroamericani e latini sono trattati in modo diverso dal nostro sistema di giustizia". La convivenza di diverse culture negli Stati Uniti appare adesso come una ferita mai rimarginata. L'integrazione negli Usa forse non c'è mai stata. E i morti di Dallas, quei 5 poliziotti uccisi da un cecchino di colore che aveva prestato servizio nell'esercito bruciano sulla pelle di un Paese che scopre di avere una guerra interna. E le parole di Rick Zamarripa, padre di uno degli agenti uccisi, rivelano tutto il malessere che cova sotto una società solo in apparenza integrata: "Ci hanno abbandonati. Trattano i poliziotti come criminali, e dicono che noi messicani siamo tutti stupratori e spacciatori. Così mio figlio Patrick, sopravvissuto a tre turni di servizio in Iraq senza un graffio, è morto ammazzato nel centro di Dallas e la sua bambina di due anni adesso è orfana", spiega a LaStampa.

Rabbia che mostra quanto sia difficile oggi negli Stati Uniti indossare una divisa per le strade di Dallas o di qualunque altra città: "Aveva più paura a girare per le strade del Texas, che a fare le pattuglie in Iraq e Kuwait per difendere i pozzi di petrolio". La paura di quell'agente rappresenta il "buco nero" di Obama. Nulla è cambiato. Il sangue continua a scorrere sulle strade...

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