Da Washington 300 uomini e droni per la lotta contro Boko Haram

Affiancheranno la coalizione regionale con funzioni di sorveglianza. L'impegno non ha un limite temporale

Da Washington 300 uomini e droni per la lotta contro Boko Haram

Da tre giorni gli Stati Uniti hanno iniziato a mandare soldati in Camerun, pronti ad assistere una coalizione regionale impegnata nella lotta contro i jihadisti di Boko Haram. La Casa Bianca lo ha annunciato ieri sera al Congresso, spiegando che nel Paese africano il numero di unità statunitensi raggiungerà le 300.

Già 90 militari sono arrivati in Camerun, per iniziare a lavorare a operazioni di sorveglianza, intelligence e ricognizione in tutta la regione. Al momento non c'è una data per il ritorno a casa. Obama ha chiarito che rimarranno in Africa "fino a quando non sarà più necessario il loro sostegno".

Non un ruolo di combattimento per gli americani, ma piuttosto un impegno sulla sicurezza, reso evidente dall'utilizzo di droni da ricognizione che non saranno armati e dunque non condurranno attacchi diretti. I 300 militari saranno di stanza nella base di Garoua, capitale della zona settentrionale del Paese.

Il Camerun condivide con la Nigeria un lungo tratto di terra che corre lungo tutta la frontiera orientale del Paese e insieme a Chad, Niger e Benin affianca il governo di Abuya nella lotta ai jihadisti, che spesso e volentieri sconfinano, attaccando anche al di fuori dei confini nigeriani.

Nei mesi la coalizione ha ottenuto alcune vittorie, ma la situazione è tutto tranne che risolta. Gli attacchi suicidi - spesso condotti da bambini - in città come Maiduguri, nell'area nord-orientale della Nigeria, continuano e il bilancio delle vittime per il mese di ottobre parla di almeno 300 morti, comunque più basso dei mesi precedenti.

Da marzo la fazione più radicale di Boko Haram, quella guidata da Abubaker Shekau, ha giurato fedeltà al sedicente Stato islamico di Abu Bakr al-Baghdadi, in un'operazione di rebranding chiarissima a guardare gli ultimi video propagandistici del gruppo nigeriano, ma che non è chiaro quanto abbia davvero influito nei fatti.

Sulla sconfitta dei jihadista ha scommesso tutto il suo capitale politico il presidente nigeriano, Muhammadu Buhari, rieletto a maggio. Finora, tuttavia, i risultati non sono stati particolarmente positivi.

@ACortellari

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