Non ha vinto la sinistra radicale con Tsipras in Grecia, ha vinto la rivolta contro l'euro, la troika e lo strapotere della finanza. La qualità del voto che è andata a Syriza non è dissimile da quella che ha portato Marine Le Pen a guidare il partito più votato di Francia, anche se un infame sistema elettorale gli attribuisce solo un paio di seggi.
L'alleanza organica con un partito conservatore di destra anziché coi comunisti o i socialisti è un segnale importante: le grandi crisi si affrontano scavalcando gli steccati ideologici. Ora la sua esperienza di governo è un test importante per tutti, dal nord Europa al Front National, fino ai nostrani Salvini e Meloni (che per stazza di partito e personale sarebbe meglio ribattezzare Salvoni e Melini). Ma per farlo, dovrà smarcarsi da due opposti pericoli.
Uno, di restare inchiodato alla sua mitologia di sinistra: Che Guevara e Allende sono due magnifici poster per la cameretta dei sogni d'oppositore ma furono due pessimi governanti, uno come ministro dell'industria e guida della banca centrale cubana, l'altro come presidente della repubblica che portò al collasso il Cile e spianò la strada a Pinochet. Due, di farsi furbo, come lo istigano tutti i greculi dell'ultima ora e di irrenzirsi, cioè di usare grandi discorsi e tuonanti parole, salvo accordarsi coi poteri forti e agganciarsi all'eurosinistra marpiona. Vediamolo all'opera, senza pregiudizi, per capire se si può fare un passo oltre i diktat europei e a quale prezzo, con quali spiragli. Vai col sirtaki.
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