Dopo aver sostituito la Birmania con Myanmar, forse dovremo cambiare la Catalogna in Catalunya. Nell’indifferenza pressoché generale, Barcellona si avvia verso un voto che potrebbe rappresentare l’inizio del processo di indipendenza del territorio regionale. Trasformandolo in un nuovo Stato, nonostante l’opposizione di Madrid che ha negato il referendum sull’indipendenza, bollandolo come anticostituzionale.
Barcellona ha così dovuto rinunciare al voto esplicito sul proprio futuro ma il presidente catalano uscente, Artur Mas, ha aggirato l’ostacolo trasformando le elezioni regionali del 27 settembre in un pronunciamento sull’indipendenza. Un cartello dei partiti e movimenti che vogliono la secessione da Madrid contro i partiti che sostengono l’unità della Spagna. E se, come sostengono i sondaggi, Mas dovesse conquistare la maggioranza assoluta dei seggi, l’iter per abbandonare lo Stato spagnolo verrebbe avviato per concludersi nell’arco di 12-18 mesi.
Mariano Rajoy, premier spagnolo, però respinge anche questa ipotesi. Incassa il sostegno di Obama, incassa le preoccupazioni della finanza e di parte dell’imprenditoria spagnola e catalana. Ma non sa come affrontare il problema in modo concreto. Nei giorni scorsi oltre un milione di catalani sono scesi in piazza, a Barcellona, rivendicando il proprio diritto all’autodeterminazione. Un corteo interminabile, una prova di forza evidente. Rajoy è pronto a sfidare un intero popolo ed un’intera regione spedendo i carri armati in Catalogna per fermare l’eventuale esito del voto del 27 settembre?
Madrid ha già provato a minacciare i catalani di escluderli dall’Unione europea. Perché con la nascita di un nuovo Stato, l’adesione andrebbe ridiscussa partendo dall’inizio, così come accade per i Paesi balcanici che hanno chiesto di entrare nell’Ue. A Barcellona, però, tutti sono convinti che Bruxelles preferirebbe un ingresso automatico della Catalogna nell’Unione. Evitando ogni problema legato all’introduzione di una nuova moneta e di nuovi trattati commerciali.
E se il voto premiasse in modo chiaro lo schieramento indipendentista, Rajoy – che ha rifiutato di seguire l’esempio del referendum scozzese – si troverebbe in grave difficoltà. Con il rischio che l’esempio catalano possa trovare molti imitatori, a partire dai baschi. La Spagna rischia, seriamente, di esplodere.Alessandro Grandi
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