Centinaia di estremisti islamici presto liberi in Europa

Le autorità di Regno Unito e Francia inermi in vista dell’imminente scarcerazione di centinaia di terroristi ed estremisti islamici

Centinaia di estremisti islamici presto liberi in Europa

Un allarme simultaneo è giunto nei giorni scorsi da Regno Unito e Francia: i sistemi carcerari di entrambi i paesi si apprestano a rilasciare centinaia di terroristi ed estremisti islamici, che hanno ormai scontato le loro condanne.

Il problema ha già assunto in entrambi i paesi un carattere strutturale, data l’elevata incidenza dei detenuti di fede islamica in custodia nei penitenziari di quei paesi. La polizia e i servizi di sicurezza britannici fronteggiano ormai da alcuni anni la minaccia connessa al rilascio di un numero sempre maggiore di detenuti condannati per terrorismo. L'ultimo allarme è stato lanciato lo scorso 4 giugno dal quotidiano di orientamento progressista "The Guardian", che ha passato in rassegna i dati pubblicati dal Sentencing Council, ente governativo che monitora le sentenze penali comminate nel paese. Stando al quotidiano, entro la fine di quest'anno arriverà ad espiazione il 40 per cento delle condanne per terrorismo inflitte tra il 2007 e il 2016: si tratta di ben 80 terroristi su un totale di 193. Il quotidiano sottolinea però che i soggetti pericolosi rilasciati dal sistema carcerario britannico nel prossimo futuro saranno probabilmente ancora più numerosi: poiché quanti hanno già scontato metà della loro condanna hanno infatti diritto a presentare domanda per la libertà condizionata. Tra gli islamisti che potrebbero lasciare a breve i penitenziari britannici, “The Guardian” cita Anjem Choudary, il predicatore islamista condannato a cinque anni e sei mesi di reclusione e arrestato nel settembre 2016 per la sua attività di proselitismo per conto dello Stato islamico (Isis).

L'avvertimento del quotidiano "The Guardian" è coinciso con la presentazione della nuova "Contest strategy", la strategia anti-terrorismo presentata dal nuovo ministro dell'Interno britannico, Sajid Javid. Il ministro ha presentato il piano il 4 giugno, in concomitanza con il primo anniversario dell'attentato terroristico al London Bridge, costato la morte di otto persone e il ferimento di altre 50. L’intervento del ministro ha stupito soprattutto per il suo accostamento tra “l’estremismo” di matrice islamica e i “terroristi di estrema destra”: un riferimento a Darren Osborne, uno squilibrato 48enne condannato all’ergastolo per aver ucciso un 51enne arabo, Makram Ali, e aver ferito altre nove persone investendole con un furgone, nel giugno dello scorso anno. La stampa e il governo britannici hanno sostenuto che ad “armare” la mano di Osborne, radicalizzandolo nell’arco di poche settimane, sia stato indirettamente Tommy Robinson: l’attivista di “estrema destra” recentemente condannato a 13 mesi di reclusione, per aver dato copertura mediatica ai processi a carico delle bande di stupratori seriali pakistani che per decenni hanno imperversato impunemente nel paese.

La Francia deve fare i conti con una minaccia analoga, ma di dimensioni, se possibile, ancora maggiori. Il quotidiano “Le Figaro” ha avvertito la scorsa settimana che ben 450 detenuti islamisti verranno scarcerati nel paese entro il prossimo anno. Uno “scenario catastrofico”, che è stato all’ordine del giorno durante il Consiglio di Difesa tenutosi lo scorso 6 giugno all’Eliseo, sede della presidenza francese. Stando ai dati divulgati dal quotidiano, entro la fine del 2018 tornerà libero in Francia circa il 10 per cento dei 512 detenuti condannati per reati legati al terrorismo. Nei prossimi mesi usciranno anche di prigione oltre 400 islamisti, pari a circa un terzo dei 1.300 detenuti che secondo le autorità francesi si sono radicalizzati dietro le sbarre. “La prigione è un temibile incubatore e molti dei nostri ‘clienti’, inclusi piccoli criminali convertiti, sono finiti nella centrifuga” afferma un alto responsabile dei servizi di sicurezza francesi citato dal quotidiano. Le autorità francesi sono già alle prese con il pericolo rappresentato dal rientro di combattenti islamisti da Siria e Iraq, e con l’impossibile missione di monitorare circa 20mila “estremisti potenzialmente pericolosi” liberamente circolanti sul territorio nazionale.

L’ondata di islamisti in uscita dalle carceri non farà che peggiorare un quadro già dimostratosi ingestibile: la Francia ha subito 20 attacchi terroristici dal 2014, e come altri paesi europei – Regno Unito in testa – si è risolta a combattere “l’estremismo violento” con restrizioni generalizzate alle libertà civili, parte di quello “stato di emergenza” biennale che il presidente Emmanuel Macron ha accorpato in parte alla nuova legge antiterrorismo.

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