"Ci diano i nomi delle vittime di Bucha...": Lavrov attacca l'Occidente

Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov è tornato a parlare del massacro di Bucha e ha attaccato l'Occidente: "La sua politica estera porta a ricerca nuovi teatri guerra"

"Ci diano i nomi delle vittime di Bucha...": Lavrov attacca l'Occidente

Gli affondi di Sergej Lavrov contro l’Occidente. La ripresa dell’offensiva russa sull’Ucraina dopo giorni di pausa operativa. I numerosi raid notturni contro vari oblast ucraini e, ancora, il terremoto interno che ha scosso la politica dell’Ucraina, con la rimozione voluta da Volodymyr Zelensky del capo del servizio di sicurezza e del procuratore generale. La notte appena trascorsa in Ucraina ha portato con sé un enorme numero di avvenimenti significativi, a cominciare dall’intervista concessa dal ministro russo Lavrov a Izvestia.

L’affondo di Lavrov

"L'Occidente e Kiev non riescono ancora a rispondere a domande elementari, come quella se le vittime di Bucha siano state identificate", ha affermato il ministro degli Esteri russo secondo quanto anticipato dall’agenzia Tass. Parlando, poi, del famigerato massacro di Bucha, Lavrov ha accusato i media occidentali di propaganda e di quella che, a suo giudizio, "ora è diventata una oscura, totale smentita, perché Occidente e Kiev non hanno nulla da dire". "Dopo aver mostrato al mondo il massacro di Bucha all'inizio di aprile (secondo Mosca una messa in scena di inglesi e americani ndr) l'Occidente e Kiev non riescono ancora a rispondere a domande elementari come quella se le vittime siano state identificate e quali siano stati i risultati della scientifica", ha aggiunto il ministro.

Ma non è finita qui, perché Lavrov ha effettuato l’ennesima giravolta definendo lo status di candidato Ue per l'Ucraina una "mossa geopolitica contro la Russia". Il titolare della diplomazia russa ha poi aggiunto che "le forze armate russe e della autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk (Dpr) stanno riuscendo nei loro compiti nell'ambito dell'operazione militare speciale, cercando di fermare il genocidio dei russi ed eliminando le minacce dirette alla nostra sicurezza". Secondo Lavrov, inoltre, Kiev sta "perdendo sul campo di battaglia", e "insieme ai suoi protettori occidentali demonizza il nostro Paese".

Le ultime battute sono contro la politica estera dell’Occidente, che secondo Lavrov porta costantemente alla ricerca di nuovi teatri di guerra, e contro il cancelliere tedesco Olaf Scholz. "Sta perdendo tempo chiedendo un nuovo accordo sulle garanzie di integrità territoriale e sovranità per l'Ucraina dopo il fallimento degli accordi di Minsk. Gli Accordi di Minsk, uccisi da Berlino e Parigi mentre difendevano Kiev, che ha apertamente rifiutato di attuare quegli accordi. Quindi, la messa in scena è finita, finita la commedia", ha concluso il ministro russo.

Raid, bombardamenti ed esplosioni

Dal punto di vista militare, per l’Ucraina è stata una notte di fuoco. Si sono registrati raid, bombardamenti ed esplosioni in diversi luoghi. Nikopol, nella regione di Dnipropetrovsk, è finita sotto tiro dei russi, mentre una decina di deflagrazioni ha scosso Mykolaiv. Le autorità di Sumy hanno invece denunciato molteplici bombardamenti contro le comunità di Yunakivka, Shalyhyne e Bilopillia.

"Un numero significativo di navi da guerra russe è stato trasferito da Sebastopoli, nella Crimea occupata, al porto russo di Novorossijsk", ha nel frattempo denunciato Serhiy Bratchuk, consigliere del capo dell'amministrazione militare regionale di Odessa. "Secondo le informazioni della nostra Marina, il nemico ha ridistribuito un numero significativo di navi da guerra da Sebastopoli a Novorossijsk. Le navi russe erano state precedentemente schierate in aree a prova di missile nella zona coperta dai sistemi di difesa aerea, il più vicino possibile alla costa", ha detto il funzionario.

Terremoto politico a Kiev

Sul fronte interno, infine, ci sono da segnalare due importanti novità. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rimosso dall'incarico Ivan Bakanov, capo del servizio di sicurezza, e Iryna Venediktova, procuratore generale.

"Ad oggi sono stati registrati 651 procedimenti penali riguardanti alto tradimento e attività di collaborazione di dipendenti di procure, organi di indagine preliminare e altre forze dell'ordine", ha spiegato Zelensky in un video su Telegram.

In particolare, più di 60 dipendenti della Procura e del Servizio di Sicurezza "sono rimasti nel territorio occupato e stanno lavorando contro il nostro Stato", ha proseguito Zelensky. "Una tale serie di crimini contro le basi della sicurezza nazionale dello Stato e le connessioni che sono state registrate tra i dipendenti delle forze di sicurezza dell'Ucraina e i servizi speciali della Russia pongono domande molto serie ai leader interessati.

Ognuna di queste domande riceverà una risposta adeguata", ha concluso il capo di Stato ucraino. "La denazificazione in Ucraina è in pieno svolgimento", ha dichiarato in tutta risposta la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica