Cile, i vescovi consacrano la nazione al Cuore Immacolato di Maria

Come risposta ai tempi di crisi sociale e politica che il paese attraversa, tutti i vescovi hanno consacrato il Cile alla Beata Vergine, nel giorno della Solennità liturgica dell'Immacolata Concezione di Maria

Cile, i vescovi consacrano la nazione al Cuore Immacolato di Maria

In Cile, come risposta ai tempi di crisi sociale e politica che il Paese attraversa, tutti i vescovi hanno consacrato la nazione sudamericana al Cuore Immacolato di Maria.

I vescovi e gli amministratori apostolici del Cile avevano annunciato l’iniziativa al termine della 119ª "Asamblea Plenaria de la Conferencia Episcopal de Chile", che si era tenuta tra l'11 e il 15 del mese di novembre, ed hanno portato a compimento la Consacrazione ieri, nel corso delle Sante Messe della Solennità liturgica dell'Immacolata Concezione di Maria che hanno presieduto nelle rispettive diocesi di competenza.

I fedeli del Cile, dal termine di quella assemblea plenaria fino a ieri, hanno vissuto vari momenti speciali di preparazione per arrivare alla consacrazione del Paese andino alla Vergine Maria, e chiedere la sua protezione.

Nel messaggio che avevano rilasciato al termine della loro 119a Assemblea Plenaria, gli alti prelati cileni avevano espresso la loro fiducia nel fatto che il periodo di Avvento (tempo liturgico che prepara al Natale) "incoraggi la speranza di ottenere la giustizia e la pace necessarie in questi tempi di sfogo sociale caratterizzati da violenza, paura e incertezza".

In occasione della Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria il Cech ha proposto un sussidio liturgico che comprendeva una formula consacratoria chiamata "Preghiera per il Cile", delle formule penitenziali, una apposita preghiera dei fedeli, dei testi per introdurre la preghiera consacratoria e il rito della pace.

Il Cile, come hanno spiegato gli stessi vescovi, sta vivendo "tanti dolori", molte persone subiscono "ingiustizie" e vivono difficoltà economiche, sono angosciate per la salute, hanno "paura della vecchiaia per le pensioni insufficienti", mostrano "sfiducia nei confronti dei nostri leader politici", hanno "paura della violenza" che si è scatenata nel paese. Nelle scorse settimane sono stati molti anche gli attacchi contro edifici e luoghi cristiani, con vari atti di profanazione e veri e propri sacrilegi.

Ma cosa significa consacrare un Paese alla Vergine Maria? A questa domanda ha risposto monsignor Francisco Javier Stegmeier, vescovo della diocesi cilena di Villarrica, attraverso un comunicato stampa. Consacrarsi a Maria, secondo questo vescovo, significa "confidare in un modo speciale e più intenso nella sua intercessione materna davanti al Figlio Gesù. La Vergine, come Madre di Dio, è così unita al mistero di Cristo che è inseparabile dalla sua Persona e dalla sua opera redentrice". Per monsignor Stegmeier la consacrazione personale e sociale al Cuore Immacolato di Maria "ci unisce più intimamente con Lei per imparare dal suo esempio".

Secondo la Chiesa Cattolica l'atto di consacrarsi a Maria riconosce il posto privilegiato che la Beata Vergine Maria ha nel piano di salvezza e, quindi, la connessione della Chiesa e dei battezzati con la Madre di Dio. In Cile i cattolici sono il 70% della popolazione (anche se dall’ultimo censimento generale la percentuale è sicuramente scesa a causa a causa della forte crescita sia della religione evangelica che dell'agnosticismo che dell'ateismo), ma solo il 17% della popolazione che si dichiara cattolica frequenterebbe regolarmente i servizi religiosi.

Il sistema della Chiesa cattolica in Cile è organizzato in 28 giurisdizioni ecclesiastiche (raccolte in 5 province ecclesiastiche), che comprendono 5 arcidiocesi, 19 diocesi, 1 prelatura, 1 vicariato apostolico, 1 vescovato militare e 1 prelatura personale dell’Opus Dei. Queste giurisdizioni generalmente coincidono con la divisione civile territoriale del paese.

Il vescovato militare e la prelatura dell'Opus Dei esercitano la loro giurisdizione su tutto il territorio nazionale. Ognuna di queste giurisdizioni ecclesiastiche è affidata alla responsabilità di un vescovo o di un arcivescovo.

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