Cina, lanciato missile balistico di nuova generazione

Con i missili JL-3, la Cina potrebbe colpire la maggior parte degli Stati Uniti. Pechino potrebbe imbarcare sui sottomarini fino a cento testate termonucleari

Cina, lanciato missile balistico di nuova generazione

La Cina ha lanciato con successo il nuovo missile balistico intercontinentale JL-3. E’ quanto riporta Defence-Blog. Il test del nuovo SLBM cinese è avvenuto poche ore fa nel mare di Bohai, sulla costa nord-orientale della Cina ed è stato monitorato dalla griglia ad infrarossi statunitense. Pechino ed il Pentagono non hanno ancora confermato il test o i suoi risultati. Sulla rete sono stati diffusi diversi filmati amatoriali del lancio.

A lanciare potrebbe essere stato il sottomarino classe Qing/Tipo 032

Non abbiamo dati ufficiali sull’unità coinvolta nel test, ma è altamente probabile possa trattarsi dell’unico sottomarino classe Qing/Tipo 032 realizzato dalla Cina. Il sottomarino Tipo 032 è già stato utilizzato per testare i missili JL-2, variante del sistema terrestre DF-31. L’unità si ispira chiaramente alla classe Golf sovietica. Si tratta di una piattaforma a propulsione diesel elettrica che Pechino utilizza per testare i missili balistici in via di sviluppo. Sappiamo che il sottomarino Tipo 032 è entrato in servizio nell’ottobre del 2012. L’unità è stata identificata più volte dalla rete satellitare statunitense in un porto sul Mar di Bohai, nella Cina nord-orientale. Nel 2017, sulla piattaforma sperimentale sono state apportate delle nuove modifiche strutturali, sembrate fin da subito compatibili con i nuovi missili della nuova serie Julang (grande onda).

Cina, missile balistico intercontinentale JL-3

Il missile balistico lanciato da sottomarino o SLBM JL-3, è un sistema d’arma a combustibile solido di ultima generazione, in grado di trasportare dieci testate termonucleari manovrabili a rientro multiplo indipendente ad una distanza massima di 14.000 km. Dati ritenuti fin da subito compatibili con il missile balistico intercontinentale DF-41. Se venissero confermati, il JL-3 sarebbe la variante SLBM del missile balistico intercontinentale DF-41, alla stregua dell'architettura di proiezione JL-2/DF-31. Se i missili JL-3 venissero lanciati dalle aree di pattugliamento cinesi, sarebbero in grado di colpire la maggior parte degli Stati Uniti. Dallo scorso novembre ad oggi, la Cina ha lanciato sei missili balistici intercontinentali. Pechino ha lanciato cinque SLBM (JL-2/JL-3) tra il 20 ed il 23 novembre dello scorso anno. Il sesto lancio (JL-3), sarebbe proprio quello avvenuto poche ore fa. Il missile balistico JL-3 armerà la flotta strategica Tipo 096, denominazione nato classe Tang. Pechino, che ad oggi mantiene una capacità di rappresaglia assicurata garantita dai sistemi di ultima generazione come i DF-31 e JL-2/A/3, vuole raggiungere la Distruzione mutua assicurata. Per raggiungere tale capacità, la Cina dovrà garantire la sopravvivenza dei suoi sottomarini strategici aumentando il numero delle unità dispiegabili in ogni momento.

Da Rappresaglia assicurata a Distruzione mutua assicurata

Il sottomarino balistico di terza generazione Tipo 096 classe Tang, rappresenta l’ultima evoluzione della componente SSBN cinese. Più grande e più silenzioso dei precedenti vettori, il boomer tipo 096 dovrebbe essere in grado di trasportare 24 missili balistici JL-3. La prima unità dovrebbe essere consegnata entro la fine del prossimo anno.

La deterrenza cinese

Sottomarini strategici Tipo 094 classe Jin

Il concetto della ridondanza cinese è ovviamente diverso da quello americano poichè strutturato esclusivamente sulla rappresaglia. L'architettura strategica di proiezione della Cina è strutturata sulle quattro unità Tipo 094 classe Jin. Dei sottomarini classe Jin si ignora praticamente tutto. Si stima una lunghezza di 135 metri ed un dislocamento di undicimila tonnellate. Ogni sottomarino dovrebbe essere armato con dodici missili balistici intercontinentale JL-2, con una gittata massima di ottomila chilometri. I missili JL-2 trasportano una singola testata termonucleare da 250-1000 kT o fino a quattro testate Mirv da 90 kT ciascuna. Le caratteristiche delle unità unite ai missili trasportati conferiscono a Pechino una capacità nucleare credibile, sebbene strutturata in ruolo Second Strike. Alla classe Jin, quindi, è demandato il ruolo di attacco di rappresaglia dopo un precedente lancio di missili balistici intercontinentali effettuato da un paese straniero. I sottomarini balistici a propulsione nucleare armati di missili a corto raggio JL-1, sono in servizio dalla fine degli anni '80. Tuttavia il primo pattugliamento strategico noto a copertura di possibili bersagli, è avvenuto nel maggio del 2016. Pattugliamenti misteriosamente interrotti nel 2018. Storicamente, la leadership cinese ha sempre mantenuto sotto stretto controllo politico l’intero arsenale nucleare, centralizzando l’inventario strategico in patria.

Pur riconoscendo che Pechino ha potenziato in modo significativo la sua deterrenza nucleare, il Pentagono non è convinto che i sottomarini cinesi stiano conducendo pattugliamenti permanenti. In un rapporto dello scorso gennaio, Il Pentagono ha dichiarato che la Marina cinese necessiterebbe di un minimo di cinque sottomarini strategici per garantire una continua deterrenza in mare. Anche per l'intelligence statunitense, la Cina ha in servizio quattro sottomarini classe Jin. Tale architettura consente a Pechino un solo sottomarino in pattugliamento deterrente, poichè gli altri tre sarebbero rispettivamente in manutenzione, addestramento ed in riserva.

I problemi della classe strategica Jin

Se venissero lanciati dalle proprie acque territoriali, i missili cinesi (certamente monitorati dal Comando Strategico degli Stati Uniti), dovrebbero comunque eludere i sistemi Aegis schierati permanentemente in prossimità delle acque costiere della Cina e gli intercettori SM-3 al largo delle coste degli Stati Uniti, in California ed Alaska. Considerando il raggio d’azione, è plausibile ipotizzare l’Oceano Pacifico come pattugliamento a copertura di possibili obiettivi negli Stati Uniti continentali. Tuttavia, una minaccia strategica nelle profondità del mare, è efficace se trasportata da un vettore estremamente silenzioso, quindi difficilmente rilevabile dai sistemi Anti-submarine warfare. In un rapporto del 2009 consegnato al Pentagono, precedentemente classificato, sull’attività sottomarina cinese, si rileva che le piattaforme strategiche classe Jin sono addirittura più rumorose della classe sovietica Delta III, risalente agli anni ’70. Oltre all’emissione acustica, la classe Jin non sarebbe ancora dotata di sistemi di comunicazione affidabili con i decisori a terra. Comunicare con un sottomarino in immersione, è una faccenda un po’ complicata. Sintetizzando al massimo, l'acqua salata consente alle onde radio di penetrare solo ad un certa profondità nel mare. Per comunicare con i vettori in immersione, si utilizzano quindi onde radio a frequenza molto bassa (VLF) o estremamente bassa (ELF). Un'opzione alternativa, è quella di utilizzare i vettori TACAMO, Take Charge and Move Out, per la trasmissione con i sottomarini lanciamissili balistici.

La credibilità della deterrenza cinese

La sopravvivenza delle forze strategiche dopo un attacco preventivo e la percezione estera

Molte delle procedure per l’impiego di asset strategici sono classificate. Tuttavia affinché il deterrente sia credibile, alcuni dettagli chiave sono pubblici in modo da comunicare i rischi a qualsiasi avversario. E’ il principio della deterrenza che si basa sull’equilibrio tre le scarse informazioni diramate e quelle coperte da segreto militare. Informazioni sufficienti per tentare di spaventare il nemico. La deterrenza dipenderà sempre da un certo grado di indeterminatezza e di incertezza. La Cina, secondo l'autorevole Carnegie-Tsinghua Center for Global Policy con sede a Pechino, think tank della prestigiosa Tsinghua University, ritiene compromessa la sua capacità di Second Strike in risposta ad un attacco preventivo nemico. Nelle studio, intitolato "La credibilità della deterrenza cinese, la sopravvivenza delle forze strategiche dopo un attacco preventivo e la percezione estera", Pechino dovrebbe diversificare la struttura delle sue forze nucleari così da garantire la sopravvivenza delle sue capacità strategiche.

“La Cina dovrebbe possedere meno di 300 testate nucleari schierate su diverse piattaforme. Diversamente da Stati Uniti e Russia si ritiene che la maggior parte degli asset nucleari della Cina non siano schierati in stato di allerta in tempo di pace. L'arsenale nucleare della Cina è almeno dieci volte più piccolo di quello degli Stati Uniti o della Russia. Le scorte strategiche cinesi sono di dimensioni simili a quelle di altri stati nucleari di medie dimensioni: Leggermente inferiori a quelle della Francia (circa 300 testate), ma superiori a quelle del Regno Unito (circa 215 testate)”.

"A rischio la credibilità della rappresaglia"

“La Cina ritiene che il suo attuale deterrente nucleare non sia abbastanza credibile”. La Cina teme che le armi convenzionali degli altri paesi siano ormai così sofisticati da mettere in pericolo le sue capacità nucleari in caso di attacco preventivo. La difesa missilistica nemica potrebbe rendere più difficile per la Cina contrattaccare. Questo perché i missili nucleari cinesi sopravvissuti ad un ipotetico attacco preventivo rischierebbero di essere abbattuti prima di raggiungere i loro obiettivi".

Servono otto nuovi sottomarini strategici

"L'obiettivo principale della Cina non è aumentare in modo significativo il numero di armi nucleari, ma diversificare la struttura delle sue forze strategiche conferendo loro il massimo tasso di sopravvivenza. Un pattugliamento deterrente credibile si basa su due sottomarini strategici sempre in navigazione a copertura di possibili bersagli. Considerando la regolare manutenzione, l'addestramento dell'equipaggio ed il viaggio verso le aree di pattugliamento, la Cina dovrebbe costruire almeno otto nuovi sottomarini".

La deterrenza limitata della Cina

Questa strategia è alla base della politica strategica della Cina. Al contrario della massima deterrenza, la minima deterrenza si basa sul presupposto che un avversario non sia disposto a rischiare di affrontare le conseguenze limitate di una ritorsione nucleare. La Cina non potrebbe mai eguagliare la potenza nucleare degli Stati Uniti o della Russia, ma avrebbe comunque armi sufficienti per infliggere un danno inaccettabile. La deterrenza minima non offre alcuna garanzia di vittoria. E' concepita per procurare danni inaccettabili, non per cancellare gli Stati Uniti. Il cinese pensa in termini di qualità, sopravvivenza ed efficacia. Non in termini numerici. Se la Cina attaccasse una grande città o un'instillazione militare degli Stati Uniti con ogni sua arma nucleare, non provocherebbe danni decisivi. Se gli Stati Uniti dovessero attaccare con un decimo delle loro forze nucleari, le infrastrutture di Pechino sarebbero danneggiate a tal punto che la Cina non sarebbe in grado di continuare un conflitto. Lo scopo della deterrenza limitata è quello di scoraggiare l'escalation della guerra nucleare / convenzionale e di convincere un avversario a mettere in discussione il costo di un primo attacco.

Cina, sottomarino strategico Tipo 094A

L’unico sottomarino balistico a propulsione nucleare in grado lanciare dalle proprie acque territoriali missili balistici e colpire, idealmente, quasi tutti gli Stati Uniti continentali, è schierato nella base navale di Yulin, lungo la costa meridionale di Hainan. La base sottomarina, pesantemente fortificata, si trova vicino alla piattaforma continentale ed è il principale comando dei sottomarini strategici e d’attacco a propulsione nucleare della Cina. La capacità sotterranea della base stimata è di venti sottomarini. E' dotata di impianto di smagnetizzazione per ridurre i residui magnetici sugli scafi delle navi. Le indiscrezioni sull’evoluzione dei sottomarini tipo 094 della classe Jin risalgono al gennaio del 2017, quando i soliti forum cinesi controllati dal governo diramarono una foto sgranata del nuovo vettore. I timori sulla classe tipo 094A furono poi confermati in una successiva foto di buona risoluzione diramata nel novembre del 2017. Il sottomarino strategico a propulsione nucleare tipo 094A classe Jin, dovrebbe essere in grado di trasportare fino a dodici missili balistici JL-2A, variante navale del DF-31. Tale stima è ritenuta plausibile analizzando il nuovo disegno della gobba dietro la torre, ben più pronunciata rispetto i tipo 094 originali. Le specifiche sul sistema JL-2A si basano sulle indiscrezioni raccolte dalle agenzie di intelligence occidentali, ma dovrebbe essere in grado di colpire bersagli ad una distanza massima di 11.200 chilometri. Ogni missile dovrebbe trasportare dalle tre alle sei testate Mirv, probabilmente da novanta chilotoni. Un sottomarino 094A potrebbe teoricamente lanciare i suoi missili JL-2A dalla sua base navale di Yulin e, virtualmente, colpire quasi tutti gli Stati Uniti continentali. Il sottomarino tipo 094A si differenzia dalle quattro precedenti unità 094 in servizio per lo scafo che presenta accorgimenti sulla resistenza idrodinamica, già riscontrabili sulle unità sottomarini d’attacco a propulsione nucleare tipo 093/A. La nuova collocazione del TAS, Towed Array Sonar, infine, dovrebbe consentire un più agevole ascolto del contesto sottomarino. Il sottomarino tipo 094A (sebbene rappresenti un modello di transizione tra la precedente e la nuova generazione ssbn) incrementa le capacità globali di Pechino e si inserisce nell’architettura strategica stratificata basata su satelliti di allerta precoce, missili di difesa a lungo raggio, bombardieri stealth ed ICBM pesanti e super pesanti.

La principale base sull’isola di Hainan, nel Mar Cinese Meridionale e l’introduzione dei missili JL-2/A/3 ha cambiato la strategia, per certi versi simile a quella dei sovietici con il Mare di Okhotsk durante la guerra fredda.

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