Cina, la censura cambia forma: le critiche oscurate dal "mi piace"

Il governo di Pechino avrebbe un esercito di 300mila persone pagate unicamente per inondare Internet di commenti positivi sul regime

Cina, la censura cambia forma: le critiche oscurate dal "mi piace"

Il regime di Pechino ha portato il concetto di censura a un nuovo livello. Aver messo in piedi uno dei più capillari meccanismi di controllo del pianeta per controllare l'espressione dei suoi cittadini su Internet non sembra bastare più. La nuova frontiera del controllo della rete passa per i commenti.

Almeno dal 2011 la propaganda di Pechino ha messo in campo un vero e proprio esercito di internauti pagati per subissare la rete con una valanga di commenti a favore del governo cinese. Secondo i ricercatori di Harvard sono più di 300mila e vengono pagati 50 centesimi di euro per commento postato. I temi chiave sono post di propaganda anti americana e storie patriottiche che possano accendere l'orgoglio nazionale.

Ci si muove su due linee parallele: da una parte l'elogio sperticato della nomenklatura comunista e dall'altra la demonizzazione dell'avversario di sempre.

Mostrare le magagne e i limiti della democrazia statunitense è il compito principale del gruppo che in patria è già stato denominato "50 cent party".

Secondo la consueta prassi la Cina non smentisce l'esistenza dell'operazione di propaganda, limitandosi a un'implicita conferma.

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