Rakhmat Akilov, quarantenne uzbeco richiedente asilo, è stato condannato all’ergastolo dalla magistratura svedese per avere ucciso cinque persone lungo la Drottninggatan di Stoccolma, investendole con un camion. Il 7 aprile dello scorso anno, Akilov, fedele all’Isis, aveva trasformato una via famosa per lo shopping in un panorama di morte e terrore.
La Pubblica accusa aveva costantemente sottolineato la natura premeditata della strage e la lucida diligenza omicida dell’uzbeco. Secondo gli inquirenti, quest’ultimo, in Svezia dal 2014, si sarebbe convertito alla causa dello Stato islamico e, quindi, all’odio per l’Occidente dopo essersi visto respingere, alla fine del 2016, la propria domanda di asilo politico nel Paese. Egli, da allora, avrebbe visitato diversi forum jihadisti del “dark web” per informarsi sulle tecniche omicide in grado di provocare il massimo impatto mediatico e propagandistico. Nonostante l’abbondanza di prove e la confessione resa dallo stesso Akilov alla Polizia, l’Accusa non è riuscita a dimostrare l’esistenza di legami tra l’uzbeco e i vertici dell’Isis. Questi ultimi, infatti, non hanno mai confermato il fatto che l’attentatore di Stoccolma fosse un loro soldato. Di conseguenza, l’ipotesi più realistica sull’identità dell’”assassino del camion” sarebbe quella che lo descrive come un “lupo solitario” e non come un sicario in missione per conto dell’Isis.
Rigettata la sua richiesta di asilo, l’uzbeco era stato oggetto di un decreto di espulsione nel dicembre del 2016, ma aveva immediatamente fatto perdere le proprie tracce. Pochi mesi prima dell’attentato, la Polizia svedese lo aveva inserito nel proprio elenco di soggetti ricercati.
Il terrorista, sulla falsariga degli attentatori di Nizza e Berlino, aveva deciso di impiegare un mezzo pesante per schiacciare gli ignari civili intenti a fare acquisti nei negozi della Drottninggatan (la via della regina), una delle attrazioni più chic di Stoccolma. La follia di Akilov avrebbe mietuto cinque vittime e provocato ferite gravi a decine di altre persone. Egli si sarebbe poi consegnato spontaneamente alle autorità dopo una breve fuga, dichiarandosi colpevole.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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